Una rapida carrellata dei giocatori che subito dopo la maglia biancoceleste hanno indossato quella bianconera

 Una stagione a Torino per il croato, pagato 14 miliardi: vincerà Scudetto, Coppa Intercontinentale e Supercoppa Europea, perdendo la finale di Champions

Alen Boksic: un passato da team manager della Croazia. Oggi si gode la pensione sull’isola Mariaska. L’ha comprata con i suoi risparmi, passa le giornate tra sci nautico e barca a vela


 In maglia biancoceleste miete successi: triennio da favola con due Supercoppe Italiane, uno Scudetto, una Supercoppa Europea (con gol al Manchester United), una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia

 Nel 2001 passa alla Juventus: 25 miliardi più Darko Kovacevic

 A Torino è un flop: si ricorda il rigore fallito del possibile 4-3 in un derby e un grave infortunio. Due stagioni con otto gol complessivi

 Lionello Manfredonia, qui in un Lazio-Avellino 2-1 del 1983: dalle giovanili biancocelesti alla prima squadra dal 1975 al 1985

 Manfredonia poi passò alla Juventus dove, dal 1985 al 1987, vinse una Coppa Intercontinentale e uno Scudetto (qui il gol che decide il derby di Torino nel dicembre 1986)

 Paolo Di Canio: alla Lazio dal 1987 al 1990 (qui il gol che decide il derby del gennaio 1989)

L'esultanza del gol nel derby, il suo primo in Serie A, fu quella famosa del dito alzato verso la curva Sud

 Dal 1990 al 1993 giocherà con la Juve, che lo acquisterà da Calleri per 7,5 miliardi. In bianconero non si ambienterà ma vincerà comunque una Coppa Uefa

 Stephan Lichtsteiner: arriva alla Lazio nel 2008 per meno di un milione di euro dal Lilla

<address>11. "The king of Rome is not dead!" 13 marzo 2011, il giorno di Francesco Totti. La Roma allenata da Vincenzo Montella batte 2-0 la Lazio grazie alla doppietta del capitano: al 69' su punizione e al 91' su rigore. Un'impresa resa indimenticabile dalla dedica del telecronista inglese Richard Whittle: «The king of Rome is not dead».

 Nel 2011 per dieci milioni di euro va alla Juve: con Conte prima e Allegri poi vince sei scudetti consecutivi, tre Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane

 Michael Laudrup (qui di spalle in un'amichevole con Maradona di vecchie glorie): la Juve lo compra nel 1983 ma non può tesserarlo, due anni alla Lazio e poi nel 1985 alla Juventus

<address>8. «Grazie Paolo Negro!» Il derby più dolce per un tifoso: vincere grazie a un'autorete. La Roma ci riesce il 17 dicembre del 2000: la Lazio è campione d'Italia in carica, la squadra di Capello è lanciatissima in testa alla classifica e sogna di portare via il tricolore ai "cugini". La partita è equilibrata, tiratissima. Non manca lo spettacolo: Cafu delizia i tifosi con un triplo sombrero su Nedved. Il gol arriva grazie a un episodio: Nesta, nel tentativo di rinviare dopo una respinta di Peruzzi, colpisce Negro sul petto e la palla finisce in rete. È l'unico gol dell'incontro. La Roma fa festa e sogna lo scudetto.

 Moggi lo porta a Torino in bianconero nell'estate della cessione di Zidane: nel 2003 con la maglia della Juventus festeggia il Pallone d'Oro

 Giuliano Giannichedda: dal 2001 al 2005 alla Lazio, arriva dall'Udinese insieme a Fiore

 Passa alla Juventus, due stagioni poco fortunate con la retrocessione in B per Calciopoli

 Manolo Portanova: il classe 2000, figlio d'arte, è passato la scorsa estate da Formello a Vinovo

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