Formare gli sportivi all’inclusione

«Ogni essere umano ha il diritto fondamentale di accedere all’educazione fisica, l’attività fisica e lo sport senza alcuna discriminazione».
Formare gli sportivi all’inclusione© EPA
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Lo sport è presente in alcuni documenti internazionali sui diritti umani (articolo 31 della Convenzione sui diritti del fanciullo, gli articoli 10 e 13 della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne o l’articolo 30 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità). Al punto 1 dell’articolo 1 della Carta internazionale dell’educazione fisica, l’attività fisica e lo sport, dell’UNESCO, si legge: «Ogni essere umano ha il diritto fondamentale di accedere all’educazione fisica, l’attività fisica e lo sport senza alcuna discriminazione». Nella risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite intitolata Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (2015) si dice: «Lo sport è un altro importante facilitatore dello sviluppo sostenibile ».

LO SPORT PER LA PACE. Ci rendiamo conto che lo sport contribuisce sempre più a realizzare lo sviluppo e la pace promuovendo la tolleranza e il rispetto e supporta anche l’emancipazione delle donne e dei giovani, di individui e comunità, come pure permette di raggiungere obiettivi in materia di salute, istruzione e inclusione sociale. E in riferimento agli Obiettivi di sviluppo sostenibile, si è messo in relazione lo sport con gli obiettivi di 3 (garantire uno stile di vita sano e promuovere il benessere di tutti a tutte le età), 4 (garantire un’ educazione inclusiva ed equa di qualità e promuovere opportunità di formazione permanente per tutti), 5 (raggiungere la parità di genere per tutte le donne e le ragazze), 11 (rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, flessibili e sostenibili), 16 (promuovere società giuste, pacifiche e inclusive). Pertanto, non è possibile sostenere che lo sport sia qualcosa di estraneo alle questioni sociali. La pratica sportiva è un’attività che si pone in relazione con la salute, con la libertà e con l’inclusione di tutte le persone. E questo richiede che il suo sviluppo e la sua organizzazione si basino sui principi e i valori del contesto dei diritti umani, che devono essere conciliati con quelli che sono propri allo sport. FORMAZIONE. Tutto questo ha importanti implicazioni sotto vari aspetti.

Voglio sottolineare ciò che questo significa per tutti coloro che si dedicano a preparare e formare atleti, allenatori e preparatori atletici. In particolare, voglio evidenziare un punto che è spesso lasciato da parte: quello della formazione. Non penso che si possa mettere in dubbio l’importanza della formazione nello svolgimento di qualsiasi attività. Ma nello sport, a volte, tale importanza è trascurata (quello che conta è vincere) o è parziale (si concentra esclusivamente su questioni tecniche, tattiche e fisiche). Tuttavia, la formazione di quanti a loro volta formano, cioè istruttori e allenatori, è essenziale. E questa formazione dovrebbe essere integrale, cioè la formazione non solo finalizzata all’ acquisizione di conoscenze e competenze tecniche e tattiche, ma anche la conoscenza di strumenti e procedure che permettano la trasmissione dei valori e contribuiscano allo sviluppo personale di quelli sui quali viene proiettato il loro lavoro. Ma quanto tempo i programmi di formazione per istruttori e allenatori, in qualsiasi campo, dedicano a questioni che hanno a che fare con i diritti umani o l’inclusione?


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