MTB Coppa del mondo: uno scalatore timido sulle vette iridate

Nella tappa italiana svolta in Val di Sole, il 26enne altoatesino Gerhard Kerschbaumer ha dato spettacolo, chiudendo secondo dietro al “mostro sacro” della specialità, Nino Schurter. Il 15 luglio ad Andorra sarà rivincita?
MTB Coppa del mondo: uno scalatore timido sulle vette iridate
Federico Porrozzi
6 min

Pedalare per oltre un’ora e mezza a 180 battiti cardiaci al minuto. Lanciarsi in discesa, tra rami, radici e sassi, a velocità folle. Affrontare salite micidiali con pendenze del 20%, quasi come quelle di una scala mobile. A guardare i numeri di chi partecipa alle gare della Coppa del mondo di mountain bike, viene facile pensare che questi ciclisti siano tutti “folli ed estroversi”. 

CAMPIONE ITALIANO - In realtà, per correre al top serve un grande equilibrio mentale dato da una corretta preparazione psico-fisica. Tra i più forti biker del circus mondiale, per esempio, c’è il tranquillo e timido Gerhard Kerschbaumer. Ventiseienne altoatesino di poche parole proveniente da Verdignes (frazione di Chiusa, in provincia di Bolzano), lo si riconosce in gruppo per il fisico longilineo (67 kg per 181 cm di altezza) e per la maglia tricolore da campione italiano in carica conquistata lo scorso anno a Genova. Tra i punti di forza della sua guida in sella alla Torpado Matador celeste-arancione, ci sono una buona tecnica che gli permette di affrontare bene i tratti più difficili e una grande feeling con le… salite impegnative. Ciò che ancora gli manca è un po’ di “cattiveria agonistica” in partenza, dove è fondamentale ritrovarsi davanti. 

ALLENAMENTO? GLI SCI - Caratterialmente, Kerschbaumer è agli antipodi rispetto all’altro grande talento della MTB italiana: stiamo parlando dell’istrionico Marco Aurelio Fontana, diventato un mito tra i tifosi della specialità dopo la medaglia di bronzo conquistata alle Olimpiadi di Londra nel 2012. Arrivando al traguardo senza sella. 
Tutta l’adrenalina che serve, “Gerri” la scarica quando sale in bici. La sua grande calma interiore e il fatto di rimanere concentrato sull’obiettivo, insieme ad una preparazione inusuale che nei mesi invernali lo vede allenarsi con lo sci alpinismo nella sua Val d’Isarco (mentre gli altri si trovano in ritiro in paesi caldi come Spagna o Sudafrica) gli hanno permesso pochi giorni fa di sfiorare il colpaccio.

A TU PER TU CON LA LEGGENDA - L’8 luglio in Val di Sole, teatro della tappa italiana di Coppa del mondo, si è giocato la vittoria fino all’ultimo metro con il “mostro sacro” della mountain bike, lo svizzero Nino Schurter, campione del mondo (e olimpico) in carica. Kerschbaumer è stato autore di una rimonta che ha mandato in delirio migliaia di appassionati presenti lungo il tracciato e di un duello finale che l’ha visto chiudere al secondo posto. Ricevendo i complimenti di Nino ed entrando anche quest’anno nella cerchia ristretta di chi è riuscito a salire su un podio di tappa. “E’ stato fantastico guidare con Schurter negli ultimi due giri - ha detto Gerhard a fine gara - ho provato ad avere la meglio ma nel finale lui era in una condizione migliore. Forse, in futuro, avrò un altra possibilità di batterlo”

BELLA SPERANZA, GRANDE RISCHIO - Eppure, dopo un inizio di carriera promettente in cui ha vinto tutto nelle categorie giovanili Junior e Under 23 (laureandosi anche campione del mondo), quando è passato tra i professionisti della classe Elite, Kerschbaumer ha faticato a trovare il suo spazio tra i “grandi”. La mountain bike, come molti altri sport fisicamente usuranti e impegnativi, ha bisogno di una grande forza mentale, fiducia nei propri mezzi e costanza negli allenamenti. Mancando più di uno di questi fattori nel periodo che ha anticipato la sua definitiva maturazione, l’altoatesino ha rischiato di gettare al vento il suo grande talento.

TALENTO SBOCCIATO - Dopo le prime stagioni nel Team Bianchi, lo scorso anno si è accasato al Team Torpado-Gabogas. Nella struttura guidata da Mauro Bettin, ex-ciclista professionista con partecipazioni al Tour de France e al Giro d’Italia, ha trovato l’ambiente giusto per iniziare ad esprimersi al meglio: nel 2017 il primo podio mondiale grazie al terzo posto nella tappa canadese di Mont Sant Anne e quest’anno, dopo essersi ripreso dall’allergia che condiziona da sempre la sua prima parte di stagione, è arrivato il secondo posto in Val di Sole.

DUE MESI PER CONFERMARSI - Nelle prossime settimane, Gerri affronterà il “momento clou” della stagione 2018, durante il quale dovrà dimostrare di poter correre costantemente con i migliori del lotto: il 15 luglio (diretta su redbull.tv) sarà impegnato ad Andorra per una nuova sfida di coppa del mondo dove cercherà la rivincita su Schuerter, il 22 difenderà la maglia tricolore a Pila e ad agosto correrà le ultime due tappe di coppa in Canada e in Francia. Il 9 settembre, poi, andrà all’attacco della tanto sognata maglia iridata, in occasione del mondiale in programma in Svizzera. 

IN COPPA L’ITALIA C’E’ - Con lui ci saranno gli altri azzurri, capaci di ottime prestazioni in questa prima parte di stagione: dai gemelli Luca e Daniele Braidot ai giovanissimi Gioele Bertolini e Nadir Colledani, passando per i “senatori” Marco Aurelio Fontana e Andrea Tiberi. Con loro, l’Italia della mountain-bike punta davvero in alto.

(foto fonte Facebook "Uci Mountain Bike" e "Torpado Scuderia")


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