Italia travolta dagli All Blacks: 66-3

I campioni del mondo della Nuova Zelanda hanno segnato dieci mete
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ROMA - Due anni fa era finita 10-68, ma almeno l'Italia aveva segnato una meta. Contro gli All Blacks, oggi è andata anche peggio. L'ultimo test match di novembre, contro i marziani della Nuova Zelanda, termina con il risultato di 3-66, con gli azzurri (senza Parisse out, come già nei precedenti impegni con Georgia e Australia, per infortunio al polpaccio) che escono dal campo a testa bassa e con un solo calcio piazzato all'attivo, segnato da Allan al 13'. Per il resto, l'Italia non è quasi mai esistita, ha subìto dieci mete e il punteggio poteva essere anche più pesante se Beauden Barrett non avesse sprecato due trasformazioni nel primo tempo. Insomma, quello di oggi all'Olimpico per i neozelandesi è stato quasi un allenamento, e per l'Italia si tratta di un brusco passo indietro rispetto alla sconfitta che però aveva offerto spunti incoraggianti, a Padova contro l'Australia. Basti pensare che in un'ora di gioco gli azzurri sono entrato nei 22 metri avversari soltanto due volte: come dire un pomeriggio tutto da dimenticare, anche se gli All Blacks sono di un altro pianeta. Un calvario dal quale si è parzialmente salvato il solo Tebaldi, mediano di mischia sul quale sarà bene puntare anche in futuro.

"Quest'anno abbiamo fatto buone prestazioni con Georgia, Fiji e Giappone - specifica il ct Conor O'Shea -. Oggi è andata così, sappiamo che contro squadre del genere non è mai facile. La nostra prestazione con l'Australia era stata buona, ma dobbiamo imparare sempre dall'altissimo livello di squadre come All Blacks e Irlanda, sono più forti degli altri. Sono molto deluso perché non siamo stati competitivi ma andiamo avanti perché sappiamo cosa dobbiamo fare". Rispetto a due anni fa, il coach azzurro tiene a ricordare che "non avevamo giocato gare sotto pressione come quelle con Georgia e Australia. Sappiamo che è una strada lunga, certo avevamo studiato cose differenti alla vigilia ma abbiamo giocato contro una squadra non di alto livello, ma altissimo. In questo momento è difficile: vogliamo sempre fare meglio in ogni partita, ma dobbiamo essere molto realisti".

Leonardo Ghiraldini, oggi capitano, osserva che "la Nuova Zelanda - ammette il tallonatore azzurro - ha dimostrato di essere la squadra più forte del mondo. Sta a noi capire cosa abbiamo sbagliato per crescere. Assicuro che anche questa settimana abbiamo fatto un gran lavoro per prepararla al meglio. Gli errori che abbiamo fatto sono arrivati anche per l'avversario che abbiamo trovato di fronte".

Dura l'analisi di Tommaso Castello: "Oggi non c'è stata partita, c'è poco da dire - spiega a fine match - Abbiamo giocato contro una squadra più forte di noi, hanno giocato una partita pazzesca, oggi per noi è stata davvero dura. Sicuramente ci aspettavamo di più. Abbiamo subito gli All-Blacks per tutto il match. Nelle quattro partite di novembre abbiamo dimostrato, anche con l'Australia, di giocarcela contro squadre di livello, ma contro gli All-Blacks è un'altra partita. Oggi abbiamo preso 60 punti di differenza e ce li meritiamo tutti perché non abbiamo segnato nemmeno una meta. Dobbiamo lavorare più duramente se vogliamo migliorare".


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