Futbolclub, Bolic: «Basta con false promesse, vogliamo cambiare»

Il responsabile tecnico: «A Roma sembra si faccia calcio solo per fare cassa»
Futbolclub, Bolic: «Basta con false promesse, vogliamo cambiare»
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ROMA - Alessandro Bolic entra a gamba tesa. Il responsabile tecnico del Futbolclub manda un segnale forte, di rottura, nei confronti di un ambiente in cui il club capitolino vuole provare a scrivere qualcosa che vada ben oltre i soliti schemi: “A Roma si è arrivati ad un punto in cui sembra proprio che si faccia calcio esclusivamente per fare cassa ma al Futbolclub non è così. Penso sia ora di dare una bella sterzata provando ad andare in un'altra direzione”. Scelta coraggiosa, fuori dal coro e che lascia intravedere un cammino tutt'altro che semplice: “Sappiamo che sarà difficile ma abbiamo la fortuna di avere alle spalle una realtà come la Sampdoria che crede nei nostri stessi principi e proprio per questi ci ha scelto rispetto a qualsiasi altra società”.

Bolic continua poi spiegando in cosa consiste il cambiamento: “Mi guardo attorno e sento parlare di progetti, gruppi compatti, squadre che stanno facendo bene. Dichiarazioni che sono l'una la fotocopia dell'altra e che non portano a nulla. La verità è che qui bisogna voltare pagina e bisogna farlo alla svelta. Come si fa? Con la professionalità ma quella vera, riconosciuta, e non quella di chi si autocelebra con cariche sempre nuove e senza cognizione di causa. Noi vogliamo fare qualcosa di realmente diverso ma non perchè pensiamo di essere i migliori, ma perchè sappiamo di poter contare su professionisti importanti e riconosciuti e soprattutto perchè alle spalle abbiamo le indicazioni di un club di Serie A”. Un cammino lungo ma che, a sentire il responsabile tecnico, il Futbol non vede l'ora di percorrere: “Un territorio come Roma offre potenzialità pressoché infinite. Vogliamo dare vita ad una crescita che sia intesa tanto a livello tecnico quanto manageriale perchè, lavorando bene, siamo convinti ci siano i presupposti per diventare il terzo polo professionistico della Capitale. Non mi riferisco al professionismo nel senso stretto delle categorie d'appartenenza, quanto piuttosto al livello di professionalità delle figure che lavorano nella nostra realtà. Ci vorrà tempo e passione ma siamo pronti. Siamo consapevoli di dover proseguire su questa strada per il bene dei ragazzi perchè, in fondo, se non siamo noi i primi ad essere professionali come ci si può aspettare di saperlo trasmettere ai più giovani nel mostrargli il percorso da seguire?”


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