IL PADRE MAZINHO E L'AVVENTURA ITALIANA - Aveva un anno e mezzo quando il padre Mazinho alzava la Coppa del Mondo negli Stati Uniti, a pochi metri dalle lacrime di Franco Baresi e degli azzurri. Era l’epoca di Maradona, Van Basten e Matthaeus: la serie A era la casa dei marziani e il calcio italiano faceva invidia un po’ a tutti. Mazinho, all’epoca, fu scoperto in Brasile dai dirigenti del Lecce: era un centrocampista completo, aveva la visione di gioco di un regista e la forza nei contrasti di un mediano. Era stato lanciato dal Vasco da Gama e sbarcò in Puglia nel 1990. Tra i suoi compagni c’era anche Antonio Conte. Nonostante la retrocessione in B del Lecce, in quel campionato fu uno degli stranieri emergenti e la Fiorentina decise di investire otto miliardi di lire per il suo cartellino. L’avventura in Italia di Mazinho è durata soltanto due anni: nel 1994, quando soffiò ai rigori la Coppa del Mondo agli azzurri di Arrigo Sacchi con il Brasile di Romario e Bebeto, era il leader del Palmeiras e si stava preparando a firmare per il Valencia.