Kakà il demiurgo (e il goffo Forlan)

Kakà il demiurgo (e il goffo Forlan)
Ivan Zazzaroni
2 min

E quando ci ricapita più di sparare quattro titoli mostruosi in prima pagina senza correre il rischio di subire le smentite di - in ordine di irritabilità - De Laurentiis, Baldissoni, Spalletti e Marotta! Ci sono occasioni che vanno colte al volo e noi apriamo le ali della fantasia e voliamo con caratteri enormi.

E’ tutto incredibilmente e maledettamente vero: la forza creativa di Kakà il demiurgo (assistito con qualche goffaggine da Forlan) è stata capace di trasformare in meno di novanta minuti altamente improbabili ancorché suggestive trame di mercato in scomodissime realtà di Champions: dentro ogni pallina una sorpresa, dietro ogni sorpresa una beffa.

Nel Paradiso (fiscale) dell’azzardo è stato ribaltato un universo di voci e speranze: per settimane giornali, radio e televisioni avevano ipotizzato i ritorni di Pogba alla Juve e Cavani a Napoli, l’anno scorso uno che conosco bene prospettò Messi all’Inter e anche Modric ha frequentato molti sogni d’estate, sogni interisti. Ebbene, proprio grazie a Kakà (e Forlan) tre operazioni su quattro si sono realizzate, ma nella forma sbagliata, e così i campioni che avrebbero dovuto aiutarci a restare il più a lungo possibile nella coppa che conta sono diventati gli ostacoli principali. Quando ci dice sfiga...

Fin troppo naturale trarre le prime conclusioni: non dimentichiamo però cosa fece la stagione scorsa la fantastica Roma di DiFra, data per battuta in partenza con Chelsea e Barcellona eppure approdata a un passo dalla finale di Kiev.

Alberto Polverosi ha analizzato col solito scrupolo i gironi delle italiane e l’ha risolta con le percentuali di qualificazione che tanto piacciono ai lettori. La prima impressione, ad ogni modo, è che Ancelotti, che ritrova Psg e l’incubo Liverpool, e Spalletti, abbinato a Barcellona, Tottenham e Psv, siano stati i più sfortunati; meno complicati sembrano in effetti i percorsi di Allegri e Di Francesco che con United e Real e un paio di “accessibili” a testa non dovrebbero temere la distribuzione allargata di punti.

Allegri ha tuttavia un nemico in più: l’obbligo di arrivare fino a Madrid con dodici mesi di ritardo, pur se nello stadio sbagliato (a giugno rifiutò il Real). La strada gliela indicherà Ronaldo, assente ingiustificato a Montecarlo.


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