Champions League, Turpin più Taylor: prove di Europei

Il giudizio sui fischietti impegnati nelle gare di coppa
Champions League, Turpin più Taylor: prove di Europei© EPA
Gianpaolo Calvarese
2 min
Per le due semifinali d’andata di Champions, il designatore della Uefa, l’italiano Roberto Rosetti, ha scelto di schierare due arbitri che fanno parte entrambi della rosa dei prossimi Europei. Una scelta che - alla fine dei due match - lo ha premiato, visto che entrambe le partite giocate in Germania (dove si svolgerà la rassegna Continentale) scorrono via senza particolari problemi, a differenza dei Quarti di finale, in cui si era registrata qualche difficoltà in più. 

L’osservato speciale era ovviamente l’inglese Taylor, designato per Borussia-PSG, una partita che si è rivelata meno complicata del previsto. Gli unici due episodi dubbi si sono verificati nell’area del Dortmund. Prima quando Marquinhos “pizzica” la scarpa di Maatsen; l’attaccante arriva per primo, il difensore si rende conto appena in tempo del rischio e ritrae la gamba, arrivando forse a “sfiorare” l’avversario solo quando questo ha il piede a terra. Il secondo caso è più complesso: su un cross dalla sinistra, Fullkrug sembra sbilanciato da Nuno Mendes; dal replay si vede però come il portoghese si limiti ad appoggiare le braccia sulla schiena dell’attaccante avversario in maniera furba e intelligente, senza spingerlo. Insomma, fa bene l’arbitro inglese in entrambi i casi a lasciar proseguire il gioco. Convincente dal punto di vista tecnico, Taylor però si lascia per strada qualcosa sul piano disciplinare, non assegnando un giallo evidente ad Hakimi nel secondo tempo.  

Più difficile la partita di Monaco, dove Turpin se la cava bene assegnando dal campo due calci di rigore giusti: in una semifinale di Champions League è tutt’altro che banale. Nettamente falloso sia l’intervento di Lucas Vazquez su Musiala che quello di Kim su Rodrygo: zero dubbi in entrambi i casi per Turpin, supportato dal VAR. L’arbitro francese se la cava bene anche grazie alla sua calma serafica, quasi “da oratorio”: nessuna protesta dai calciatori e cartellini giusti da ambo le parti. 


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