ROMA - Maurizio Mattei, che ha fatto per anni il talent scout di arbitri in C (i Rocchi, i Rizzoli, i Tagliavento li ha creati lui) ed ha avuto la sfortuna di farlo in A nell’anno in cui poi è scoppiata Calciopoli, divideva i rigori in tre categorie: rigore, rigorino e rigore manco... diciamo mai. Ecco, il rigore che la premiata ditta Mazzoleni&Irrati ha assegnato ieri sera all’Inter, oltre che la spiacevole sensazione che sia arrivato per tutto quello che è successo a Genova, è molto sotto il rigorino. E dato che lo è, a maggior ragione il contatto Politano-Chiesa in area nerazzurra poteva essere sanzionato con un penalty, sia pure piccolo piccolo. La mancata espulsione di Asamoah (già ammonito rifila un calcione clamoroso a Chiesa), poi, è la conferma della serata no di Mazzoleni. Che è all’ultimo anno: ne abbiamo visti tanti di arbitri arrivati al capolinea tirare in anticipo i remi in barca...
RIGORE E NON - Prima del rigore dato, D’Ambrosio, toccato appena da Mirallas, s’era buttato, mandando a vuoto la gamba sinistra per cadere invece di farlo sulla destra (quella toccata). Poi l’episodio: cross di Candreva, Vitor Hugo è molto vicino ed ha il braccio sinistro largo. Il pallone sfiora appena la parte fra il palmo e il polso (polpastrelli che si aprono? Mah...), tanto che non cambia mai decisamente direzione. Nella ripresa, Chiesa entra in area, supera Asamoah, arriva Politano che lo colpisce netto sul fianco: vero, pallone non più vicinissimo. Ma se il metro è quello del “mani”...