Un lucchetto sul campionato

Un lucchetto sul campionato© AFPS
Alberto Polverosi
3 min

Un altro lucchetto sul campionato. Ce l’ha messo Ronaldo, al primo derby italiano e al primo gol. Lisbona, Manchester, Madrid, ora anche Torino: Cristiano prosegue nella serie, con la rete numero 5.000 nella storia bianconera e spingendo la squadra verso il record europeo di 46 punti in 16 partite. Numeri che fanno paura.

Urgeva, nella Juve e dalla Juve, una risposta dopo la sconfitta di Berna ed è arrivata subito. Questo derby l’ha vinto alla sua maniera, mentre era in preda a una notevole sofferenza fisica e atletica imposta dall’aggressività del Torino. Un’ora a buttar via palla e a perderla, a farsi confondere le idee da chi invece ce l’aveva molto chiare. Percentuale altissima e non da Juve nei passaggi sbagliati. In quei 60 minuti, il Toro aveva lo spirito del Toro, mentre la squadra di Allegri non era capace di interpretare se stessa. Si era fatta sfilare dai granata la scelta del gioco: si poteva mettere la partita sul palleggio, come avrebbero preferito i campioni d’Italia, o sull’aggressività, come voleva il Toro e come è successo più o meno fino al rigore. I troppi errori tecnici della Juve (che risaltavano per ovvie ragioni più di quelli granata) erano dovuti al ritmo, alla cattiveria, al pressing della squadra di Mazzarri, che nemmeno stavolta è stato fortunato con arbitro e Var. Poi è bastata una disattenzione, un passaggio indietro sbagliato da Zaza per vincere una partita pari. Quando si dice “vincere alla sua maniera” significa che alla Juve è sufficiente un episodio, un attimo, un balzo (stavolta di Mandzukic) per rovesciare una partita. Al risultato arriva con la forza mentale, con la straordinaria (unica in Serie A) capacità di prendersi la vittoria con un solo gesto, ma spietato. Per la Juve non ha nessuna importanza il dominio della partita, è sufficiente vincerla. Se oggi Ancelotti non vince a Cagliari, può finire a 10 o a 11 punti dalla capolista. E siamo solo a metà dicembre, con 22 giornate senza più uno scudetto da assegnare.

L’Inter resta dov’era, ma almeno stavolta ha vinto. E’ una squadra dal gregariato diffuso, non impressiona, non colpisce, non dà mai l’idea di soffocare l’avversario, anche quando è più modesto come nel caso dell’Udinese. E, al contrario della Juve, dà spesso la sensazione di non credere fino in fondo in se stessa. I 14 punti dai bianconeri rappresentano un distacco di mentalità ancora prima che tecnico. Come la Juventus ha fatto con Ronaldo, anche l’Inter ha vinto 1-0 con un rigore del suo capocannoniere Icardi, realizzato con un dispetto al suo allenatore Spalletti: quel cucchiaio era di tottiana memoria... 


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