Cagliari, lo stadio è un capolavoro!

In quattro mesi il sogno sardo è diventato realtà: ecco che cosa c’è dietro l'impianto temporaneo
Cagliari, lo stadio è un capolavoro!
Xavier Jacobelli
6 min

CAGLIARI - C’è un motto sardo per riassumere efficacemente questa storia di uomini veri e di passione per il calcio che smuove le montagne della burocrazia, in una terra bellissima che si fa amare al primo sguardo: Forza Paris. Vuol dire: tutti insieme. E se non ci fosse stato lo sforzo comune di Giulini, del Cagliari Calcio, del Comune di Cagliari e della Regione Sardegna, qui, questa partita non sarebbe stata vinta mai. Per non dire dell’entusiasmo dei tifosi: venduti 2 mila biglietti al giorno, oltre 7 mila abbonamenti, esauriti i 16.233 posti a disposizione, come da omologazione ufficiale. Domenica 10 settembre 2017, alle ore 15, Cagliari-Crotone: apre la Sardegna Arena, lo stadio temporaneo rossoblù, realizzato in 120 giorni, accanto al Sant’Elia, che nel 2018 sarà abbattuto per costruire la nuova e definitiva casa, presumibilmente pronta entro la fine del 2020, l’anno del Centenario.

FOTO: LA NUOVA CASA DEL CAGLIARI

DA TRIESTE A QUARTU - L’artefice primo di un’impresa eccezionale, per tempistica e qualità dell’opera, è Tommaso Edoardo Giulini, il bocconiano che tre anni fa acquistò il club da Massimo Cellino (17 campionati di serie A; un sesto, due noni e tre decimi posti quali migliori risultati; due retrocessioni; 5 campionati di B con 2 promozioni; una semifinale di coppa Uefa nel ‘94 , due semifinali di Coppa Italia, nel 2000 e nel 2005; il centro sportivo di Assemini). Giulini è un signore milanese, ormai sardo d’adozione e, come tale, orgoglioso e tosto. Nel primo anno, gioca la carta Zeman, ma perde la serie A. La riconquista subito con Restelli, che la consolida con una larga salvezza, poi piazza i colpi Pavoletti (l’acquisto più caro nella storia isolana) e van der Wiel, ex Ajax, Psg e Fenerbahce, 46 presenze con la Nazionale olandese. La rifondazione rossoblù è totale: la società, la comunicazione, i social, il marketing, la commercializzazione del marchio, le sponsorizzazioni, la squadra, il vivaio affidato a Mario Beretta. Lo stadio. Già, lo stadio. Per capire che cosa significhi la Sardegna Arena e quanto importante sia per la vita del Cagliari, bisogna ricordare che, a causa della parziale inagibilità del Sant’Elia, dall’aprile all’agosto 2012 la squadra era stata costretta ad errabondare, giocando le gare interne allo stadio Nereo Rocco di Trieste. Poi l’addio Sant’Elia e l’approdo a Quartu Sant’Elena, impianto Is Arenas, inesauribile fonte di guai per Cellino sino a quando i rossoblù tornano al Sant’Elia, messo in sicurezza e reso in parte agibile. Capite perché, avendone passate di tutti i colori, la Sardegna Arena fosse un sogno difficilmente realizzabile per i tifosi che, adesso, strabuzzano gli occhi quando rimirano la struttura sorta a tempo di record, là dove c’era l’asfalto del parcheggio, settore distinti.

L’ASSO SIGNORELLI - Capite perché, a mano a mano si avvicini l’Arena Day, i tweet di Giulini siano un inno alla gioia: «Insieme si vince. #bolgiainfernale #cantwait #Quinonsipassa #forzaCasteddu #SardegnaArena ». Capite perché il presidente saluti il via libera all’apertura con parole liberatorie, riassumibili in una regola di vita: nulla è impossibile, purché lo si voglia. «Sono stati mesi difficili, di lavoro duro e ininterrotto. Abbiamo continuato a crederci con perseveranza e ci siamo riusciti: volevamo giocare la prima partita nel nuovo stadio, davanti alla nostra gente e così sarà. Ringrazio Stefano Signorelli, i suoi validi collaboratori, tutti gli operai impiegati nella costruzione dello stadio per il grandissimo sforzo profuso e per la passione che hanno messo sul campo per la realizzazione di questa impresa». Parole giuste. Con la doverosa citazione dell’asso nella manica: Stefano Signorelli, 44 anni, bergamasco d’origine, trapiantato a Caronno Pertusella (Varese), dove ha sede la sua impresa di costruzioni, consigliere d’amministrazione del Cagliari, braccio destro di Giulini nell’operazione Sardegna Arena.

OPERAI STREPITOSI - L’Uomo Stadio racconta: «Questa impresa affonda le radici nell’unità d’intenti di Cagliari, Comune e Regione che ha permesso di battere i tempi della burocrazia, il nemico più infido; nell’esecuzione sistematica delle direttive di Vigili del Fuoco, Questura, Prefettura, Commissione provinciale di vigilanza, nel lavoro strepitoso dei 150 operai e tecnici di Blue Shark, la società cagliaritana fondata nel 1966 che ha costruito l’Arena, lavorando senza sosta, anche con 40 gradi all’ombra, nell’estate più rovente degli ultimi anni e rispettando a una a una le scadenze che ci eravamo reciprocamente date». Signorelli ricorda il recupero di parte delle strutture di Is Arenas, sottolinea l’attenzione e la cura per favorire l’accesso dei disabili, l’area bambini. Rimarca il ruolo di Giulini: «Non c’è mai stato un attimo in cui il presidente non abbia creduto nel successo finale. Credo che il messaggio più importante in arrivo da Cagliari sia un messaggio di serietà: abbiamo mantenuto gli impegni con tutti i sardi. E questo, mi creda, per Gulini, per il Cagliari, per tutti noi, è ciò che più conta».


© RIPRODUZIONE RISERVATA