Spalletti: «Inter prima da 9, ora da 4. Totti? Non parliamone più»

Il tecnico di Certaldo: «Lavoro ogni giorno con il massimo impegno per poter restare il più a lungo possibile, magari raggiungendo anche qualche risultato importante»
Spalletti: «Inter prima da 9, ora da 4. Totti? Non parliamone più»© ANSA
Andrea Ramazzotti
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MILANO - Il momento dell’Inter non è buono, ma Luciano Spalletti ieri aveva un’intervista fissata e non si è tirato indietro. Alla Pinetina, dopo il secondo allenamento di giornata, il tecnico di Certaldo si è presentato in tuta e con tanta voglia di parlare. Non ha dribblato nessun argomento: Inter, Roma, futuro, Totti, De Rossi, Icardi, Perisic, Juventus, Napoli e tanto altro. Ha ponderato le parole con attenzione e come sempre non è stato banale. Un’ora e mezzo di chiacchierata da vivere tutta d’un fiato.

Spalletti, dopo 7 mesi alla Pinetina, quanto si sente interista e cosa vuol dire per lei essere interista?
«L’ottimo precampionato e l’esaltante partenza di campionato mi hanno dato modo di provare subito l’entusiasmo dei nostri tifosi, un calore travolgente che in un attimo ti tinge di nerazzurro da capo ai piedi.

Però è forse in questo periodo di difficoltà che mi sto rendendo conto del mio attaccamento all’Inter. Vedere i nostri tifosi sofferenti e preoccupati per i risultati di questo periodo è un qualcosa che mi fa veramente stare male e allo stesso tempo mi carica tantissimo perché sento fortemente di voler a ogni costo il bene di questa squadra».

Se potesse tornare indietro allo scorso mese di giugno, direbbe ancora di sì all’Inter?
«Risponderei con un sì ancora più convinto, con “s” maiuscola. Ma soprattutto più consapevole del compito che mi aspettava. In questi 7 mesi ho avuto la possibilità di vedere le cose da dentro e di conseguenza di capire ancora meglio tutte le situazioni. Potremmo dire che è come quando devi ristrutturare una casa: viene fatta un’analisi, una stima dei lavori da fare basandosi molto sull’esperienza, ma è solo a lavori in corso che capisci quali sono tutti gli interventi precisi da fare».

Se fosse un giornalista, che voto darebbe al lavoro di Spalletti finora?
«Potrei considerare una prima parte del campionato da 9 e una seconda parte da 4, ma il commento sotto sarebbe sempre lo stesso per entrambi i periodi: ho dato tutto quello che avevo ogni giorno».

Lei ha detto “A fine stagione parleremo del mio futuro e faremo i conti in base ai risultati ottenuti dopo un anno di lavoro insieme”. I tifosi devono preoccuparsi e pensare che le strade di Spalletti e dell’Inter potrebbero separarsi.
«A fine anno si fanno gli “inventari” in tutte le aziende e vengono fuori i numeri e le analisi che possono far cambiare idea a chiunque. Lavoro ogni giorno con il massimo impegno per poter restare all’Inter il più a lungo possibile, magari raggiungendo anche qualche risultato importante».

Dopo l’ultimo attacco di Totti e la sua risposta di venerdì in conferenza, cosa dirà a Totti o cosa farà la prossima volta che lo vedrà?
«Se continuiamo con questo Totti-Spalletti per protesta smetteranno di girare anche i tornelli degli stadi... Credo che questa storia abbia stancato un po’ tutti. Quindi non parliamone più».

Perché a Roma non tutti amano un allenatore che nei suoi 7 anni ha alzato 3 trofei e ottenuto piazzamenti così importanti? Non crede che, per il suo lavoro e per i risultati raggiunti, ora il rapporto dovrebbe essere diverso?
«Quando accetti di caricarti delle responsabilità sulle spalle, di prendere ogni volta delle decisioni, anche le più impopolari, ma sempre per il bene della squadra, inevitabilmente finisci per scontentare qualcuno e perderne il sostegno. Ripeto, se ho un torto, è quello di aver lavorato sempre per il bene della Roma. Poi ognuno può trarne il bilancio che vuole. Certamente il mio personale mi fa sentire con la coscienza a posto perché so di aver dato tutto me stesso. O forse anche oltre».


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