Il "condannato" Max Allegri

Il "condannato" Max Allegri
Ivan Zazzaroni
3 min

Non una difesa di Allegri, bensì alcune semplici, innocenti puntualizzazioni su cose lette e ascoltate ieri. 

In ordine sparso: 
1) “Ha preparato male la partita”. Oddio, nei 45 minuti iniziali (0-0), terreno di verifica della “prima” preparazione di una gara (il maledetto approccio) la Juve è stata all’altezza dell’Atlético subendo - ma anche creando - pochissimo: giusto una conclusione per parte e da palla inattiva (Ronaldo e Griezmann).

2) “Doveva mettere Can per Dybala o Bentancur, l’uruguaiano non ha ancora la personalità da Champions”. L’improvvisa assenza di Khedira, elemento importantissimo e di grande esperienza internazionale, ha costretto Allegri a impiegare Pjanic, febbricitante, e Bentancur per giocare la carta della qualità.

3) “La Juve non ha un gioco”.  Fino a mercoledì si diceva e scriveva la stessa cosa dell’Atlético Madrid. L’apprezzatissimo sito statunitense Bleacher Report spiegò il Cholismo con queste parole: “Con il suo sistema, Simeone richiede e intanto infonde una grande intelligenza calcistica ai suoi giocatori”. Non parlò mai di qualità della manovra. Non elenco i titoli conquistati dalla Juve sotto Allegri: esercizio banale. Sottolineo tuttavia che non affrontava il Celta Vigo (con tutto il rispetto); negli ultimi otto anni l’Atlético ha vinto due EuroLeague e per due volte è andato in finale di Champions. Inoltre ha almeno 3 giocatori che valgono tra i 60 e i cento milioni (Griezmann, Gimenez, Oblak).

4) “La Serie A non è allenante”. Ricordo che questa Juve ha sofferto e non poco con Chievo all’andata, Empoli, Roma, Torino, Inter, Samp, Genoa e due volte con Parma e Atalanta (fuori dalla coppa Italia). In più di un’occasione si è imposta con un solo gol di scarto.

E allora perché nel secondo tempo è stata dominata dagli spagnoli? In primis perché è rientrata con la sensazione di poter continuare a controllare l’aggressività di Diego Costa e compagni. Poi perché Chiellini e Bonucci, oltre ad Alex Sandro, hanno commesso errori individuali e di concetto che in Europa sono il più delle volte puniti. Inoltre è mancato l’equilibratore Mandzukic che raramente sbaglia le partite importanti. Male ha fatto anche Dybala: così come Douglas Costa e Cuadrado, infortunati, Paulo è il giocatore di qualità che dovrebbe spaccare le partite creando superiorità numerica e moltiplicando occasioni e soluzioni. Per più di una ragione i tre non stanno garantendo l’apporto richiesto.

Chi frequenta Allegri sa bene che da mesi manifesta preoccupazione relativamente alla condizione dei suoi.

La sua adesione al principio cardine del sistema Juve è peraltro totale: vincere è una condanna. Ma non si vince a lungo se non si gioca meglio dell’avversario.
 


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