Lazio, Zaccagni pronto per Tudor con gli insegnamenti di Juric

L’attuale tecnico del Toro lo aveva abituato al modulo a cui pensa il nuovo allenatore biancoceleste
Lazio, Zaccagni pronto per Tudor con gli insegnamenti di Juric© LAPRESSE
Marco Ercole
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Tudor abbraccia Zaccagni, finalmente insieme. L’Arciere biancoceleste è tornato dalla Nazionale e oggi sosterrà il primo allenamento con il nuovo corso. Ci aveva già provato, il destino, a far incrociare le loro strade, ma per una questione di settimane l’appuntamento è stato rinviato di tre anni. I due si sono solamente sfiorati a Verona: quando l’ex allenatore dell’Udinese è arrivato lì, subentrando alla quarta giornata a Eusebio Di Francesco e rilevando una squadra ultima a zero punti, Zac era appena andato via per iniziare una nuova avventura alla Lazio. Aveva giocato le prime due partite di campionato con la maglia dell’Hellas, segnando subito una doppietta al debutto con l’Inter (inutile ai fini del risultato). Poi se n’era andato per trasferirsi a Roma, fare il salto di qualità che lo ha portato a entrare in pianta stabile tra i convocati azzurri. E una giornata dopo il suo trasferimento, al Bentegodi è arrivato il momento dell’avvicendamento in panchina, con l’arrivo del croato e l’inizio di una cavalcata che ha portato il club veneto a piazzarsi al nono posto in classifica.

Zaccagni, gli insegnamenti di Juric per presentarsi al meglio con Tudor

Tudor era stato chiamato perché, rispetto a Di Francesco, aveva un’idea di calcio (e di modulo) più simile a quella di Ivan Juric, andato via pochi mesi prima e con il quale Zaccagni era riuscito a presentarsi al meglio in Serie A, crescendo a vista d’occhio e giocando alla grande nella posizione di trequartista di sinistra nel 3-4-2-1: «Cerco di interpretare il ruolo nel modo migliore - aveva detto all’epoca - e Juric mi sprona sempre, tiene tutti sulla corda. Penso che questo spirito si veda anche quando scendiamo in campo». Ci ha puntato tanto, l’attuale tecnico del Toro, aveva visto in quel giocatore un potenziale da valorizzare e sgrezzare: «Se Zaccagni imparerà a essere più incisivo negli ultimi 20-25 metri, potrà ambire alla Nazionale», disse in tempi non sospetti l’allenatore di Spalato. Una previsione azzeccata, perché con il lavoro supplementare di Sarri, quel trequartista si è trasformato in ala, riuscendo a conquistare una presenza costante nel gruppo azzurro e a migliorare ulteriormente nella precisione sotto porta, chiudendo per la prima volta la scorsa stagione a quota 10 gol in campionato. Ora, con il cambio sulla panchina biancoceleste, dovrà attivare molto probabilmente il tasto rewind, implementando gli insegnamenti e i progressi degli ultimi anni per interpretare di nuovo il ruolo di trequartista nel 3-4-2-1.


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