Il Milan è in caduta e Pioli rischia l'esonero: decisivo il Newcastle

Se mercoledì perde in Champions può essere esonerato. Ma club e squadra hanno le stesse responsabilità
Il Milan è in caduta e Pioli rischia l'esonero: decisivo il Newcastle© LAPRESSE
Giorgio Coluccia
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MILANO - Quando risvegliarsi da un brutto sogno significa precipitare nella realtà. Non è ancora arrivato metà dicembre ed è trascorso solo il primo terzo della stagione, ma il Milan si ritrova già a un passo dal fallimento in termini di obiettivi prefissati ai nastri di partenza. Nove lunghezze di distacco dall’Inter capolista, sette dalla Juve e una qualificazione in Champions fortemente compromessa a 90’ dal termine. C’è lo spettro di finire nel limbo troppo presto, con le grigie prospettive di dover lottare per il quarto posto in campionato ed essere declassati in Europa League o dover dire del tutto addio al palcoscenico internazionale. Ogni valutazione è rimandata al ritorno da Newcastle, ma nel frattempo in casa rossonera è già tempo di processi per scavare a fondo in una crisi latente. 

Milan, la società

Sull’operato dei dirigenti pesa la bocciatura, arrivata dal campo in questi mesi, per quel mercato condotto in estate con una spesa pari a quasi 130 milioni per portare a Milanello 10 volti nuovi. La rivoluzione non ha pagato, anzi nonostante i tanti innesti la rosa è ancora incompleta a partire dalla lacuna più evidente in cabina di regia o dall’alternativa a Theo Hernandez sulla sinistra. Su Jovic come vice Giroud, invece, servono conferme ulteriori. In più i nuovi non riescono ancora a fare la differenza, offrendo colpi estemporanei e prestazioni troppo discontinue, evidenziando ancor di più l’assenza di nuovi leader capaci di prendere per mano la squadra e reggere il peso della pressione. L'addio del duo Maldini-Massara continua a far discutere, ma dalle operazioni estive Furlani e Moncada si attendevano ben altre risposte. Sullo sfondo resta la figura ingombrante di Ibrahimovic, in attesa del chiacchierato annuncio ufficiale.

Milan, situazione Pioli

Non è da escludere che una brutta sconfitta a Newcastle possa costare subito la panchina a Stefano Pioli. Ormai è lampante che qualcosa abbia rotto l’incantesimo e la crepa iniziale - poi diventata una squarcio - si può individuare in quella rimonta subita nel finale dalla Roma a San Siro l’8 gennaio 2023. Da quel giorno è venuta meno la continuità nei risultati, non a caso il Diavolo nell’anno solare in corso ha vinto meno della metà delle partite giocate (appena 22 su 51), perdendo ben 16 volte. Lo staff tecnico ha colpe evidenti per i tantissimi infortuni e quando i guai fisici sono diventati un’emergenza per Pioli tutto si è fatto ancor più difficile, a partire dalla composizione di una difesa perforata 25 volte nelle prime 20 partite stagionali. 

Milan, i giocatori

Il gol di Lookman a Bergamo, che nasce da un rimessa laterale ed è accerchiato da tre rossoneri, la dice lunga anche sulle colpe evidenti di Calabria e compagni in termini di atteggiamento. Forse anche a causa della giovane età troppe pedine si perdono di fronte al primo ostacolo e i più navigati non hanno sfoderato la personalità giusta per inseguire i grandi obiettivi. Di fronte a così tante difficoltà i nervi sono tutt’altro che saldi, visto che fin qui in campionato in media un giocatore del Milan è stato espulso ogni tre giornate: a referto ci sono ben cinque espulsioni con Calabria, Giroud, Tomori, Maignan e Thiaw. I crolli nei secondi tempi sono un’altra testimonianza della spina che viene staccata troppo presto e i 13 gol subiti dal 46' in poi nelle ultime 10 partite sono un trend pericoloso per il prosieguo della stagione. I giocatori, infine, hanno grandi difficoltà a confrontarsi con le pari grado, avendo racimolato sconfitte contro Inter, Juve e Atalanta, un pari contro il Napoli e due sole vittorie contro Roma e Lazio. Nel girone d’andata per i rossoneri non ci saranno altri scontri diretti, ma per Pioli di questi tempi potrebbe non essere una consolazione.


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