Napoli contestato dopo il ko a Empoli: De Laurentiis pensa al ritiro

Il presidente non seguiva la squadra in trasferta dalla Supercoppa: oggi prenderà una decisione
Napoli contestato dopo il ko a Empoli: De Laurentiis pensa al ritiro© FOTO MOSCA

INVIATO A EMPOLI - Il 23 aprile 2023, dopo aver battuto la Juventus, Zielinski crollava stremato sul campo dello Stadium a Torino: era l'immagine della vittoria e dello scudetto del Napoli. Ieri, a distanza di un anno, a crollare sul campo di Empoli al 90' è stato Lobotka, immerso nel fragore della contestazione prima del confronto diretto con gli ultras: è l'immagine del tramonto del Napoli dello scudetto sotto gli occhi di Spalletti, ieri spettatore in tribuna per la seconda volta consecutiva. Un'eclissi, un sipario che cala impietosamente: anche De Laurentiis, apparso nell'intervallo, a fine partita non si vede, non passa dagli spogliatoi, evidentemente è già lontano. Però si fa sentire: dopo la decima sconfitta e un'altra prestazione da cancellare e dimenticare, il presidente fa arrivare alla squadra e a Calzona la sua intenzione di indire un ritiro permanente fino alla fine del campionato. L'idea di una punizione durissima, certo, in coda a una delle giornate più meste degli ultimi anni. E forse della sua era.

Napoli, la primavera

Sullo sfondo, dicevamo, la contestazione. Molto dura anche quella: i tifosi cantano imprecazioni, cori di rabbia, sberleffi che vanno dall'offerta di attributi, i famigerati "huevos" ispanici, alla richiesta di mettere in campo la Primavera. I ragazzini meglio di questa versione dei campioni d'Italia: è una provocazione estrema e tremenda al cospetto di una squadra troppo brutta per essere vera; morbida, molle, vuota e svuotata nonostante la possibilità ancora concreta di raggiungere l'Europa. Di conquistare un posto nelle coppe per il quindicesimo anno consecutivo. Evidentemente, non ci sono pensieri e obiettivi che tengano, che siano utili a risvegliare un gruppo demoralizzato, a questo punto depresso, incapace per l'ennesima volta di rialzare la testa con orgoglio nonostante lo scudetto sul petto. Problemi che affondano le radici all'origine, a tutti gli errori commessi nella gestione e nel mercato post scudetto, ma De Laurentiis ha chiesto scusa e ha ammesso le proprie responsabilità. Ha comunque tenuto le spalle dritte e la testa alta.  

Napoli, il confronto

L'atteggiamento della squadra, invece, continua a non convincere: e così la contestazione dei tifosi organizzati nata prima della trasferta di Monza e proseguita incessante anche ieri, alla fine culmina in un confronto con la squadra. Faccia a faccia: «Venite sotto la curva», urlano ai giocatori a fine partita con un coro ritmato che sa di resa. Di eclissi, appunto. E così gli azzurri, guidati da Di Lorenzo, ci mettono la faccia e s'incamminano sotto il settore del Castellani riservato agli ospiti: gli ultras vogliono parlare e il capitano non si rifiuta. E con lui ci sono gli altri: tutti insieme, da squadra. Il resto, si vedrà. Oggi: in attesa di capire se l'intenzione del presidente, ieri di nuovo in trasferta dopo un'assenza che durava dalla Supercoppa in Arabia, diventerà realtà.  


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Napoli, ora c'è la Roma

Domenica alle 18, al Maradona, arriva la Roma di De Rossi: Calzona recupera Mario Rui e Rrahmani dopo il turno di squalifica, e conta di riavere a disposizione Olivera che sta accelerando il lavoro per tornare disponibile dopo la lesione di basso grado all’adduttore della coscia destra che lo ha costretto a saltare sia la partita contro il Frosinone, sia quella di Empoli. 


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INVIATO A EMPOLI - Il 23 aprile 2023, dopo aver battuto la Juventus, Zielinski crollava stremato sul campo dello Stadium a Torino: era l'immagine della vittoria e dello scudetto del Napoli. Ieri, a distanza di un anno, a crollare sul campo di Empoli al 90' è stato Lobotka, immerso nel fragore della contestazione prima del confronto diretto con gli ultras: è l'immagine del tramonto del Napoli dello scudetto sotto gli occhi di Spalletti, ieri spettatore in tribuna per la seconda volta consecutiva. Un'eclissi, un sipario che cala impietosamente: anche De Laurentiis, apparso nell'intervallo, a fine partita non si vede, non passa dagli spogliatoi, evidentemente è già lontano. Però si fa sentire: dopo la decima sconfitta e un'altra prestazione da cancellare e dimenticare, il presidente fa arrivare alla squadra e a Calzona la sua intenzione di indire un ritiro permanente fino alla fine del campionato. L'idea di una punizione durissima, certo, in coda a una delle giornate più meste degli ultimi anni. E forse della sua era.

Napoli, la primavera

Sullo sfondo, dicevamo, la contestazione. Molto dura anche quella: i tifosi cantano imprecazioni, cori di rabbia, sberleffi che vanno dall'offerta di attributi, i famigerati "huevos" ispanici, alla richiesta di mettere in campo la Primavera. I ragazzini meglio di questa versione dei campioni d'Italia: è una provocazione estrema e tremenda al cospetto di una squadra troppo brutta per essere vera; morbida, molle, vuota e svuotata nonostante la possibilità ancora concreta di raggiungere l'Europa. Di conquistare un posto nelle coppe per il quindicesimo anno consecutivo. Evidentemente, non ci sono pensieri e obiettivi che tengano, che siano utili a risvegliare un gruppo demoralizzato, a questo punto depresso, incapace per l'ennesima volta di rialzare la testa con orgoglio nonostante lo scudetto sul petto. Problemi che affondano le radici all'origine, a tutti gli errori commessi nella gestione e nel mercato post scudetto, ma De Laurentiis ha chiesto scusa e ha ammesso le proprie responsabilità. Ha comunque tenuto le spalle dritte e la testa alta.  

Napoli, il confronto

L'atteggiamento della squadra, invece, continua a non convincere: e così la contestazione dei tifosi organizzati nata prima della trasferta di Monza e proseguita incessante anche ieri, alla fine culmina in un confronto con la squadra. Faccia a faccia: «Venite sotto la curva», urlano ai giocatori a fine partita con un coro ritmato che sa di resa. Di eclissi, appunto. E così gli azzurri, guidati da Di Lorenzo, ci mettono la faccia e s'incamminano sotto il settore del Castellani riservato agli ospiti: gli ultras vogliono parlare e il capitano non si rifiuta. E con lui ci sono gli altri: tutti insieme, da squadra. Il resto, si vedrà. Oggi: in attesa di capire se l'intenzione del presidente, ieri di nuovo in trasferta dopo un'assenza che durava dalla Supercoppa in Arabia, diventerà realtà.  


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