De Laurentiis, meglio voltare pagina

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Pasquale Salvione
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La Fiorentina vede l’Europa, il Napoli si prepara a salutarla dopo quattordici anni. Non sarà una tragedia come dice De Laurentiis, ma la ciliegina sulla torta di una stagione disastrosa. Di quelle che andrebbero cancellate dagli almanacchi per evitare che siano tramandate ai posteri. In Europa è destinata a essere ancora protagonista invece la Fiorentina. Per ora è con un piede in Conference, ma a fine mese ad Atene avrà la possibilità di prendersi l’Euroleague.  
Un panorama decisamente più bello di quello che si vede da Castel Volturno, dove l’incubo continua. La fragilità del Napoli è spaventosa, anche in serate in cui riesce ad approcciare bene alla partita. Al Franchi ha trovato il vantaggio, ha sprecato diverse occasioni per il raddoppio, poi è improvvisamente sparito dopo un fallo non fischiato dall’arbitro su Kvara. Ha preso due gol in due minuti: un doppio colpo difficile da assorbire per tutti, figuriamoci per una squadra così. Nemmeno la magia su punizione di Kvara è servita a cambiare verso alla serata, le ultime speranze si sono spente sul palo di Politano. Calzona si avvia tristemente ai saluti senza aver mai inciso: una sola vittoria nelle ultime dieci partite, il 7 aprile. Sicuramente sarà ricordato per aver preso sempre gol in 15 gare sulla panchina azzurra (compresa la doppia sfida in Champions con il Barcellona): un record imbarazzante. Italiano ha invece ancora la possibilità di scrivere la storia della Fiorentina: ieri probabilmente si è seduto per l’ultima volta sulla panchina del Franchi e a fine partita ha ricevuto l’abbraccio e la carica di tutto il popolo viola in vista di Atene. L’ultimo ostacolo per essere ricordato per sempre si chiama Olympiacos. 

Il futuro di Napoli e Fiorentina

Le prossime due settimane saranno cruciali per il futuro, la prima per il Napoli e la successiva per la Fiorentina. De Laurentiis sta aspettando la finale di Europa League dell’Atalanta per poter finalmente sciogliere i dubbi sul futuro allenatore. La pole di Gasperini resiste ormai da settimane, Conte insegue pronto al sorpasso in caso di ostacoli a sorpresa. Il nuovo tecnico azzurro, comunque vada, sarà una figura di personalità e spessore, non solo dal punto di vista tattico. Quello che serve per voltare pagina e ripartire, come ha annunciato il presidente. Diversa invece l’attesa in casa viola: anche Commisso aspetta una finale per programmare il futuro, ma la vivrà da protagonista, non davanti alla tv come il suo amico Aurelio. Ad Atene sogna di vincere il primo trofeo da presidente, da dedicare al compianto Joe Barone e soprattutto da regalare alla città di Firenze, in attesa da 23 anni. La grande sfida con l’Olympiacos in Conference League, quella di Cagliari e il recupero con l’Atalanta saranno, a meno di clamorosi colpi di scena, le ultime partite di Italiano sulla panchina viola. Il futuro è ancora tutto da scrivere. La Fiorentina, come il Napoli, vivrà un’estate di rivoluzione. Ma almeno spera di farlo con una coppa in bacheca.  


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