Roma, cinque anni per tornare a Zeman

La politica delle plusvalenze ha garantito stabilità, ma è rischiosa. Dopo il primo Garcia un calo costante: ora la squadra è nuovamente ai livelli 2012
Roberto Maida
3 min

ROMA - Un trend decrescente, un titolo in costante e inesorabile ribasso, una constatazione inquietante: da cinque anni la Roma peggiora, o almeno si complica la vita costringendosi a una problematica riorganizzazione. Analizzando tutti gli inizi di campionato dal 2013 in poi, si scopre come nel bilancio dopo la nona giornata la squadra abbia progressivamente perso punti. Dal 2012/13, la stagione strozzata di Zeman conclusa poi con l’umiliante derby di Andreazzoli, non ne raccoglieva 14. Poi invece, dopo l’exploit di Rudi Garcia che si presentò alla Serie A con 10 vittorie consecutive e quindi 27 punti nelle prime nove partite, l’erosione di risultati è stata continua fino a raggiungere il punto di partenza. No, ok, un po' meglio perché nel primo campionato della proprietà americana Luis Enrique era arrivato solo a 11 punti, per poi approdare a un deludente settimo posto.

RIPRESA - Le partenze a handicap hanno sempre impedito alla Roma di lottare seriamente per lo scudetto. Ma non di restare fuori dall’area Champions League: negli ultimi cinque campionati, il risultato finale è sempre stato da podio (tre volte d’argento, due volte di bronzo). È dunque possibile che la squadra si riprenda e di rincorsa ottenga anche stavolta l’obiettivo minimo, cioè la qualificazione alla coppa dei nobili. Però la discesa verso il basso ha toccato livelli tali da non poter essere ignorata: l’ultima volta che cominciò così male, la Roma chiuse al sesto posto, fallendo anche l’aggancio all’Europa League a causa della finale di Coppa Italia persa contro la Lazio. Di questo passo, con questi ritmi, diventa complicato immaginare un’altra rimonta.



POLITICA - Si è spesso discusso delle scelte societarie, della politica delle plusvalenze finalizzate alla competitività: la Roma rivendica la legittimità delle strategie estive, che non potevano prescindere dalle esigenze del bilancio, ricordando l’esempio dello scorso anno in cui, a fronte di cessioni dolorose come Salah, Rüdiger, Paredes e dell’addio di Szczesny, la squadra seppe mantenere un contegno in campionato aggiungendo alla stagione l’exploit della semifinale di Champions League (contro il Liverpool messo alla frusta all’Olimpico e dopo aver eliminato il Barcellona). Ma non sempre le idee spregiudicate producono risultati positivi: al momento il saldo acquisti/cessioni del mercato di Monchi risulta virtuoso solo in senso finanziario.

Leggi l'articolo completo sul Corriere dello Sport-Stadio in edicola


© RIPRODUZIONE RISERVATA