Jorginho: Napoli, Sarri, Ancelotti, Hamsik, le mie verità

Da Coverciano le parole dell'ex azzurro, ora leader del Chelsea: «Mi manca tanto Napoli. Il mio addio condiviso col club. Con Ancelotti è cambiato tutto, Sarri è sempre lo stesso. Marek non ha mai fatto il regista: ha l'intelligenza per farlo ma servirà tempo»
Andrea Santoni
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INVIATO A FIRENZE
C’è stato tanto Napoli, nell’intervista di Jorginho, oggi in Aula Magna a Coverciano. Tono pacato, ma parole chiare su molte questioni, da parte dell’italobrasiliano passato a Chelsea con Sarri, di cui è diventato subito il leader, così come lo era a Napoli e come si appresta a diventare nella nuova Italia di Mancini. Così Jorginho: «Mi chiedete di Napoli. Non è facile dire quello che mi manca: un posto meraviglioso…mi manca il sole, gli amici, il cibo, il  calore della gente. La verità è semplice: quando lasci un posto dove sei stato bene, quello ti mancherà sempre. Sarri? C’è poco da raccontare: lui è cambiato poco, ha le sue abitudini, lo sapete. Stiamo ottenendo buoni risultati. Il Sun dice che ha cambiato orari per farci stare con le famiglie? Io non ho letto questo, soprattutto non mi sono accorto di fare meno doppie sedute….

Volete sapere se ho deciso io di andar via da Napoli? Queste scelte si fanno insieme: conta la volontà del giocatore ma anche quella della società. Si cerca il bene di entrambe le parti. E una sola volontà non basta. Comunque non vedo crisi del Napoli. C’è la questione del nuovo regista. Hamsik? Io dico questo: Marek è molto, molto intelligente. Però credo non avesse mai giocato prima in questo ruolo. Lui ha la testa giusta, la capacità di adattarsi, le qualità per farlo ma in un mese non si cambia: servirà tempo. Differenza tra Sarri e Ancelotti? Per quello che mi hanno detto è cambiato tutto: nella gestione della squadra e negli allenamenti. Io? Spero di vincere la Premier e con la Nazionale tornare in alto. Questo gruppo può riuscirci».


  


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