Italia, Mancini fiducioso: «In futuro potremo competere per tutto»

Il ct: «Possiamo solo migliorare». Chiellini: «Contento per l'applauso del Meazza»
Italia, Mancini fiducioso: «In futuro potremo competere per tutto»© Getty Images
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MILANO - "Siamo un po' sfortunati in certe occasioni ma la squadra sta dimostrando che in futuro può competere per qualsiasi cosa e possiamo solo migliorare". Roberto Mancini resta ottimista sul futuro azzurro il giorno dopo il pari col Portogallo in Nations League. Anche ieri a San Siro non è mancato l'affetto del pubblico, tornato vicino alla Nazionale dopo la delusione per la mancata qualificazione ai Mondiali. "Ci fa piacere, siamo riusciti a ricreare questa gioia per la Nazionale ed è la cosa più importante e più bella - sottolinea il ct azzurro, ospite di 'Che Tempo che Fa' su Rai1 - Ci stiamo riuscendo grazie ai ragazzi, stanno giocando veramente bene. La strada è ancora lunga, stiamo lavorando, stiamo cercando di rinnovare mettendo dei giovani e provando a giocare bene, è importante ma, ripeto, c'è ancora della strada da fare". In questi primi mesi al comando, Mancini ha convocato ragazzi giovanissimi, da Zaniolo a Tonali, fino a Kean, aggregato al gruppo per l'amichevole con gli Usa. "Abbiamo bisogno di conoscerli meglio, di vederli. Speriamo che possano giocare in tanti per avere un futuro migliore al più presto. Credo che abbiamo dei ragazzi giovani molto bravi, devono fare esperienza".

CHIELLINI - A "Che Tempo che Fa" è intervenuto anche Giorgio Chiellini, che ieri ha timbrato la presenza numero 100 in azzurro. "E' stata una serata quasi perfetta, è mancata solo la vittoria: San Siro, quell'ambiente, la prestazione che abbiamo fatto per 60 minuti...Chiudere con una vittoria sarebbe stata una serata memorabile. Alla fine, dopo 14 anni, vengo identificato come simbolo della Juve e ricevere l'applauso e le ovazioni da 80 mila persone a prescindere dal mio club di appartenenza è un orgoglio e un'emozione davvero grandissima. Non ci speravo, mi ha sorpreso, eè stato davvero emozionante", confessa. Oggi il centrale della Juve è chiamato a fare da chioccia ai tanti giovani che Mancini sta chiamando. "Mi ricordo quando sono entrato io a 20 anni, c'era tanto imbarazzo. L'unica cosa che faccio è andare loro incontro, stemperare la tensione, farli sentire subito parte del gruppo anche se la differenza d'età è enorme. Sono ragazzi bravi, in gamba, si sono posti nel modo giusto, è un piacere poterli aiutare, vederli crescere. In fondo qualche anno fa ho provato anch'io le stesse emozioni". (in collaborazione con Italpress)


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