Meliador e l'eliminazione dell'Italia: "Penalizzati dal nuovo formato"

Questa settimana termina la prima fase dei "Mondiali di Hearthstone" che purtroppo vede l'Italia già eliminata. Quest'anno però molti giocatori sono scontenti del formato scelto.
Meliador e l'eliminazione dell'Italia: "Penalizzati dal nuovo formato"
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Nelle settimane che precedevano l’inizio delle partite, tra i membri delle varie nazionali serpeggiava un sentimento di malumore che è quasi passato inosservato al pubblico e che riguarda una parte del regolamento scelto dall’organizzatore Blizzard. Lo stesso Francesco “Meliador” Leoni, membro della squadra italiana ne ha parlato più di una volta sui suoi canali social, compreso il lungo post Facebook scritto dopo la sconfitta contro la Nuova Zelanda.

Il post di Meliador sull'eliminazione dell'Italia

La questione del formato però è rimasta quasi sconosciuta al pubblico, sia italiano sia internazionale, così abbiamo raggiunto Meliador per farci raccontare la sua esperienza. 

Parliamo subito della “questione formato” dei Global Games 2018, cosa è cambiato dal regolamento dell’anno scorso?

In entrambe le edizioni dei Global Games ogni squadra presenta un mazzo per ognuna delle nove classi e prima di un incontro ogni giocatore sceglie una coppia di mazzi da portare. Nel 2017 un giocatore veniva a conoscenza del proprio avversario e delle classi che portava prima di scegliere il mazzo dalla propria coppia, mentre nel 2018 l’abbinamento con l’avversario veniva fatto dopo la scelta del mazzo e deciso in maniera casuale.

Questa casualità rende vana molta della preparazione in fase della costruzione dei mazzi, che in Hearthstone riveste un’importanza fondamentale. Io e gli altri ragazzi abbiamo passato pomeriggi interi a studiare le strategie delle altre squadre e a ideare mazzi che le contrastassero efficacemente, salvo poi ritrovarci scombussolati dall’abbinamento casuale.

Nessuno si è lamentato di questo aspetto del formato?

Tutt'altro. A fine luglio sono stato in Germania con Marco “Turna” Castiglioni per partecipare alla Seatstory Cup IX e lì ho incontrato giocatori delle altre nazionali con cui abbiamo discusso dell’argomento. L’opinione era unanime: nessuno è contento di questo metodo di abbinamento che svaluta le scelte strategiche dei team.

Non mi spiego questo cambio di rotta rispetto all’anno scorso, se non per dare una possibilità in più alle nazionali meno forti grazie all’aumento dell’imprevedibilità. Personalmente non sono contro ad un aumento della spettacolarità nei tornei, ma le scelte fatte da Blizzard in questa edizione ne hanno ridotto di molto il valore competitivo ed è un gran peccato.

Comunque sia andata, come è stata la tua esperienza nella nazionale italiana di Hearthstone?

Per me è stata la parte migliore. L’ambiente competitivo italiano fatica a crescere, ma questo fa sì che le persone arrivate al livello di pro player lo facciano attraverso una strada lunga e faticosa. Tutti noi ci conoscevamo da tanto tempo e non c’è stato bisogno del rodaggio; in ogni partita eravamo sempre tutti e quattro in chat vocale e non c’è mai stata una discussione.

La nazionale italiana di Hearthstone

In questi Global Games hai notato un coinvolgimento maggiore o minore da parte del pubblico italiano?

Ho notato una notevole maturazione del pubblico italiano, specialmente riguardo la comprensione che le partite sono giocate da tutta la squadra e non dal singolo. Nell’edizione dell’anno scorso c’erano state delle critiche ingiuste, dirette nello specifico a Turna, che per fortuna quest’anno sono state assenti. Mi è stato anche riferito che durante le partite i commenti degli spettatori mostravano una preparazione più alta, ma su questo direi anche che ha giocato uno scarso anticipo nella pubblicazione del calendario delle partite che ha fatto affluire meno spettatori occasionali.

Hai un pensiero conclusivo?

Vorrei sottolineare un aspetto in particolare. Alla SeatStory Cup, molti dei giocatori con cui abbiamo parlato ci hanno detto che la nazionale italiana era senza dubbio una delle migliori squadre della competizione; questo mi ha fatto ovviamente piacere, ma cosa ancora più importante testimonia il rispetto che l’Italia si sta conquistando all’estero.

Servizio a cura di GEC - Giochi Elettronici Competitivi


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