Vita da caster: intervista a Ivan “RampageInTheBox” Grieco

Ivan "Rampage" Grieco è uno dei caster più conosciuti sulla penisola: il suo è un lavoro a tempo pieno tra presentazione di eventi e commenti di match eSport.
Vita da caster: intervista a Ivan “RampageInTheBox” Grieco
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Come prima intervista di questa serie si è deciso di dare spazio ad una figura molto importante del settore italiano. Ivan “Rampage” Grieco è uno dei caster più conosciuti sulla penisola, non solo perché è tra i primi ad aver intrapreso questo percorso ma anche perché è stato uno tra i pochi ad aver deciso di dedicarsi completamente al casting e renderlo il suo principale lavoro.

Prima di tutto, Ivan: cos’è un caster?

Il caster è colui che deve trasmettere al pubblico ciò che sta accadendo, deve raccontare e far arrivare le emozioni alle persone che stanno seguendo la partita, semplificando anche ciò che sta succedendo. Rendere accessibile il game anche a coloro che non ne capiscono molto e farli divertire e beneficiare del prodotto.

Quali sono le caratteristiche che un caster deve avere secondo la tua tipologia di commentatore?

Un caster deve avere una buona proprietà di linguaggio, deve saper intrattenere la propria utenza, perchè un caster troppo serio rischia di annoiare. Il pubblico che ci segue è giovane e quindi mi piace fare degli sketch tra una pausa e un’altra con una parrucca o un occhialone, per staccare dal momento intenso della partita e ammorbidire la tensione in questo modo. Un buon caster deve avere conoscenza del gioco, soprattutto per l’analyst e color caster. Un aspetto significativo è essere all’interno della scena competitiva del gioco che si sta castando: se io casto Call of Duty devo conoscere i giocatori, le varie rivalità, quanto ha vinto una squadra e, perché no, un pò di sano gossip.

Come ci si approccia al mondo del cast?

Questa è una delle domande che mi viene posta più spesso. Non c’è un percorso prestabilito per diventare una figura di questo tipo. ? brutto da dire ma funziona anche un pò per conoscenza: serve che qualcuno ti noti e metta una buona parola per te; poi sta a te fare il resto. Se un ragazzo viene da me la prima cosa che consiglio è contattare le community, le piccole realtà e chiedere di commentare i tornei e iniziare in questo modo.

Come sei arrivato all'apice della tua carriera?

Uno dei motivi è che sono stato tra i primi ad aver iniziato. Chi era presente fin dall'inizio ha indubbiamente ottenuto un vantaggio ma io la chiamerei lungimiranza. Lo studio del gioco e l'aggiornamento continuo però sono fondamentali: ogni anno devo iniziare da capo per quanto riguarda il lato tecnico perchè ogni anno esce un COD nuovo. La preparazione che serve è più che altro sui vari team e le statistiche legate a loro. 

Tu hai un ruolo fondamentale all’interno della community non solo come caster ma anche come youtuber, un vero e proprio influencer. Come vivi questa situazione?

Io avevo iniziato a fare video su Youtube quattro anni fa e avevo iniziato il cast un anno prima quindi i due percorsi sono stati paralleli. Avevo intuito che se si voleva raggiungere più pubblico a livello di numeri serviva parlare di questa cosa su una piattaforma come Youtube. Richiede molta pazienza perchè i ragazzi che seguono non sono interessati all’esport ma seguono me solo come intrattenitore. ? un processo lento e richiede molto impegno, ma credo che un minimo di quello che sto facendo stia funzionando.

Quando hai iniziato a vedere i primi progressi nel cast e come ti sei avvicinato a questo ambiente?

Ho iniziato a definire questo più di una passione nel biennio 2014/2015 quando ho avuto il mio primo lavoro retribuito con il commento di un evento di CoD organizzato da Personal Gamer. L'anno della consacrazione però è il 2017 perchè mi sono applicato al 100%. Prima avevo anche un altro lavoro quindi non riuscivo a dedicare tutto me stesso. Quando ho deciso che sarebbe diventato il mio lavoro allora ho visto la svolta. Sin da piccolo avevo la passione di commentare le partite di calcio, il piccolo sogno di diventare un telecronista calcistico. Quando giocavo a FIFA insieme i miei amici facevano abbassare il volume di gioco e mi facevano castare le partite per loro. Il problema è che si tratta di un mondo molto chiuso e difficile da raggiungere quindi ho capito che dovevo lasciar perdere questo sogno e mi sono dedicato totalmente all’eSport.

Com’è essere conosciuto da così tante persone come caster? Solitamente si conoscono le figure relative al gioco che si sta seguendo invece nel tuo caso ti conoscono un pò tutti.

La grande fortuna che ho avuto credo sia stata essermi costruito una rete di conoscenze data anche dal fatto che ho lavorato per i tournament organizer per due anni. Io poi ho sempre cercato di trattare l’eSport a 360°, di parlare di cose non solo riguardanti la community di Call of Duty ma ampliando sempre di più. Se ci fosse un ricircolo di informazioni tra tutte le community, il settore potrebbe crescere a livello di numeri notevolmente. Non è detto che un giocatore di League of Legends non possa seguire COD. Gli mancano solo le informazioni di base.

Questo è un ambiente in cui le ragazze non riescono a spiccare, non solo come giocatrici ma anche nel mondo del casting. Qual è la tua opinione in proposito?

Di base c’è sempre un pò di scetticismo nei confronti della donna, da sempre, ma credo che l’importante sia la bravura della persona, non il genere. Ognuno merita di coltivare la propria passione al pari degli altri. Credo però che servano dei buoni esempi che magari stanno arrivando, sia per quanto riguarda l’estero sia per quanto riguarda l’italia.

Ultima domanda: qual è la caratteristica principale del tuo cast?

Avere delle frasi di riconoscimento in questo ambiente è fondamentale. Io ho coltivato dei modi di dire che mi contraddistinguono e che uso spesso: aiuta molto per seguire il crescendo del game. La voce mi aiuta moltissimo e rende il cast piacevole e confortevole. E poi la parte intrattenitiva mi caratterizza molto.

Ringraziamo Ivan “RampageInTheBox” Grieco per il tempo che ci ha dedicato e per aver risposto alle nostre domande.

Servizio a cura di GEC - Giochi Elettronici Competitivi


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