Come il canaro divenne Dogman

Oggi torna in sala l'attesissimo film del regista romano Matteo Garrone
Come il canaro divenne Dogman
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Ritorno a Cannes per uno dei migliori registi italiani, il romano Matteo Garrone che è sulla Croisette per la quarta volta, dopo aver partecipato in concorso e aver vinto il Grand Prix due volte con Gomorra e Reality e aver presentato Il racconto dei racconti. Stavolta presenta Dogman, che sarà poi nelle sale italiane a partire da oggi. «Dogman è un film che si ispira liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che siano avvenuti». Spiega così il suo film Garrone e il fatto di cronaca nera a cui si riferisce è quello che ha coinvolto il cosiddetto "Canaro della Magliana”, come era soprannominato Pietro De Negri, che il 18 febbraio 1988 per vendetta tortura, uccide e fa a pezzi nel suo salone da toeletta per cani uno dei criminali del quartiere, Giancarlo Ricci.   

In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l'unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l'amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l'intero quartiere. Dopo l'ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall'esito inaspettato.

Spiega ancora Garrone: «Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l'ho ripresa in mano tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti. Finalmente, un anno fa, l'incontro con il protagonista del film, Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta».


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