Matilda De Angelis, spirito indipendente

Tra cinema, televisione e musica, la giovane si conferma tra le attrici più interessanti della sua generazione e un'autentica forza della natura
Matilda De Angelis, spirito indipendente

Lo sport, la musica, il cinema. Da quando è apparsa sul grande schermo in Veloce come il vento, la vita di Matilda De Angelis non è stata più la stessa e nemmeno il cinema italiano. La giovane attrice bolognese non solo ha stupito tutti, ma, ogni volta che è apparsa sul piccolo e sul grande schermo, ha portato la forza, la voglia, la gioventù ma anche la complessità delle millenials che nel paludato, a volte, cinema italiano faticano a ritagliarsi uno spazio importante. Matilda De Angelis se l’è guadagnato da subito, grazie alla determinata ma fragile Giulia di Veloce come il vento e alla galleria di personaggi collezionati fin qui. Questo giugno 2018 è un mese importante per Matilda: è tornata in tv nella fiction Rai Tutto può Succedere, la vediamo protagonista in un ballo sfrenato nel video della band del momento, i Thegiornalisti in Felicità Puttana, e al cinema dove da una settimana circa è uscito Una Vita Spericolata, in cui interpreta una giovane attrice nemmeno trentenne ma già fallita.

Vorrei iniziare chiedendoti di Una Vita Spericolata: Soledad mi sembra un ruolo inedito per te, moltobuffo e divertente. Come lo hai affrontato?

«Mi fa piacere che tu l’abbia notato perché anche io mi sono trovata inedita in questo personaggio. Mi sono molto divertita a interpretare questa femme fatale ma che in fin dei conti è molto sfigata, grottesca e buffa come dici tu. Fa anche un po’ tenerezza perché, malgrado l’enorme considerazione che ha di se stessa, poi ciò che è in realtà, è lontano dalla sua percezione. Su Soledad ho lavorato principalmente con Marco Ponti, il regista; mi aveva notata in una trasmissione televisiva in cui io evidentemente ero andata molto scazzata e lui in quella performance aveva visto Soledad. Mi ha detto: “Quando sei annoiata in una trasmissione, quella è Soledad. È una diva e una diva deve essere annoiata, deve sembrare superiore a tutti gli altri“. Per me è stato un lavoro di scambio con Marco, di immaginazione e anche molto scherzoso, mi sono divertita a interpretarla, non c’è stato un giorno in cui io non sia stata contenta di farlo».


Cosa ha fatto scattare in te la voglia di diventare Soledad?

«Innanzitutto mi è piaciuta molto la storia, ridevo a voce alta mentre leggevo la sceneggiatura ed è una cosa che succede raramente. Poi avevo la voglia di fare qualcosa che non avevo mai fatto, un personaggio un po’ ironico, un po’ buffo, un po’ divertente, meno travagliato, meno sofferente, meno ragazza borderline, anche se Soledad è borderline ma a suo modo, miha catturato la sua umanità grottesca».


Il film è un po’ tutto incentrato su dei personaggi che nella vita hanno fallito e tu interpreti un’attrice che non ce l’ha fatta, che ha avuto un momento di gloria ma poi ha perso il filo della sua carriera. Questo non ti ha messo un po’ d’ansia?

(Ride) «Sì, un po’ sì, ma ho anche pensato che ho un percorso diverso rispetto a quello di Soledad, non penso neanche di essere un’attrice affermata in questo momento quindi come potrei essere un’attrice fallita? Ancora sono salva per il momento».

Permettimi di dissentire su quest’ultima tua affermazione, ma vorrei chiederti: come fronteggi lapaura di non farcela? Te lo chiedo perché, preparando l’intervista, ho trovato una tua bellissima frase: «Non chiedo mai di essere aiutata. Faccio da sola».

«Questa attitudine ce l’ho da quando sono bambina. Mi vestivo da sola già a quattro anni e se mio padre toccava una spallina della salopette, mi spogliavo e mi vestivo di nuovo da sola, era una cosa che già allora mi faceva impazzire: essere aiutata daqualcuno. Sono sempre un po’ in guerra con me stessa, sempre un po’ in conflitto, ma è da questo conflitto che riesco a trarre le cose belle e trovare la voglia di raccontare. Tutto quello che faccio, lo faccio molto intensamente. C’è stato lo sport, poi c’è stata la musica, adesso c’è la recitazione: io non ho mezze misure, rimango sempre io, sono molto legata alla mia indipendenza anche se delle volte dovrei un po’ abituarmi a fidarmi e farmi aiutare dagli altri».


Tu vivi in simbiosi con la musica. In questi giorni sei protagonista del video Felicità Puttana dei Thegiornalisti, hai iniziato cantando in un gruppo, nella fiction Tutto Può Succedere in onda proprio in questo periodo in Rai interpreti una cantante. Mi racconti il tuo rapporto con questa forma d’arte?

«È molto romantico perché la musica è stata la mia prima passione e la mia prima amica, il primo modo che ho conosciuto per comunicare. Fin da piccola sognavo di fare la cantante, poi questo sogno si è realizzato, sono entrata in una band dove ho suonato per cinque anni, ho girato per l’Europa in un furgoncino giallo scassato e a un certo punto è arrivato il cinema. Ho sempre avuto la possibilità di far convivere questi due amori. Ad esempio, in Veloce come il vento ho cantato la canzone Seventeen; in Tutto Può Succedere il mio personaggio, Ambra, vive di musica e il suo sogno è essere una musicista. Anche ne Il Premio di Alessandro Gassmann interpreto una musicista italo-islandese e canto delle canzoni. Insomma ho avute tanteopportunità di poter fare convivere queste mie due grandi passioni».


Hai già collezionato collaborazioni importanti e significative come con Matteo Rovere e Alessandro Gassman e al fianco di Stefano Accorsi. Con chi vorresti lavorare in futuro?

«All’estero con Xavier Dolan e in Italia con Claudio Cupellini, non lo conosco personalmente ma mi è piaciuto molto Alaska, a pelle, a intuito mi spira».



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