Wimbledon, stop alle "maratone": dal 2019, tie-break nel set conclusivo

Il 70-68 in 11 ore di gioco fra Isner e Mahut resterà un record impossibile da battere. La nuova regola si applicherà sul punteggio di 12-12
Wimbledon, stop alle "maratone": dal 2019, tie-break nel set conclusivo
Giordano Grassi
2 min

ROMA - Lo slam londinese dice basta ai match infiniti, le cosiddette maratone del tennis. Dal 2019, infatti, a Wimbledon entrerà in vigore il tie-break anche nel quinto set, a partire dal punteggio di 12-12. Il 70-68, al culmine di undici ore di gioco, fatto registrare da John Isner Nicholas Mahut, che nel 2010 stracciarono qualsivoglia record in materia, resterà soltanto un ricordo lontano e non più replicabile. L'annuncio è stato dato dall'AELTC (All England Lawn Tennis Club) e la nuova regola sarà applicata, nei prossimi Championships, in tutti gli eventi in programma, e cioè singoli, doppiogiochisti, signore, misti e junior singoli e doppi. 

BROOK - «Ritenevamo che fosse giunto il momento di introdurre un metodo di tie-break per le partite che non avevano raggiunto la loro naturale conclusione in un punto ragionevole durante il set decisivo. Mentre sappiamo che le partite che si estendono in profondità nel set finale sono rare, riteniamo che un tie-break a 12-12 abbia un equilibrio equo tra permettendo ai giocatori ampie opportunità di completare la partita a vantaggio, fornendo anche certezza che la partita raggiungerà una conclusione in un periodo di tempo accettabile», le parole del Presidente dell'AELTC Philip Brook. Il problema era tornato alla ribalta pochi mesi fa, proprio a Londra, quando Kevin Anderson si era guadagnato la finale dopo un'intensa battaglia di 6 ore e 36 minuti con (manco a dirlo) John Isner, col punteggio di 26-24.


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