Non è la sua serata. Sbaglia quasi tutto.
Gli manca un po’ di forza nei contrasti e non aiuta la manovra come tutti si aspettano. Sbaglia qualche appoggio e rischia moltissimo sul colpo di testa di Danilo, quello dell’occasione del Porto: è lui che dovrebbe arrivare su quella palla.
Primi due rilanci, due errori. Poi si riprende, ma torna a sbagliare l’uscita che favorisce l’unica occasione pericolosa dei portoghesi nei primi 45’. Più sicuro nella ripresa.
Il secondo tempo della Roma è da applausi. Si vede la trasformazione, rispetto ai primi 45’, voluta dal tecnico. Mette in campo 7 italiani in un ottavo di Champions, anche questo è un bel record.
Il guizzo che porta al primo palo è un esempio da mostrare a tutti i centravanti. Controllo, sterzata, botta secca. Quello è il meglio del bosniaco in area di rigore, ma prima di piazzare l’assist per il gol di Zaniolo il suo lavoro è preziosissimo per le sponde, gli appoggi e il controllo della palla. Il suo secondo palo apre la strada a Zaniolo per il 2-0.
Il Dio del calcio ha scelto il suo giocatore italiano. E’ Nicolò Zaniolo. Se un ragazzo debutta in Champions contro il Real Madrid al Bernabeu, se lo chiamano in Nazionale quando non ha ancora debuttato in A, se gioca il primo ottavo della sua carriera segnando due gol, non c’è dubbio, il destino è chiaro, chiarissimo. Gioca una gara fantastica e la decide con due gol. Ci sono dei momenti, in questa partita, in cui non si riesce a capire se sia più forte fisicamente o più bravo tecnicamente. Mai un pallone banale, mai un movimento sbagliato.