I giudizi sulla prestazione contro i polacchi in Europa League del nostro inviato Massimo Basile
Rispetto a Ilicic torna più indietro e copre più fetta di campo. Non smette mai, il primo ad aggredire.
E da un suo recupero, nasce il passaggio per Ilicic che scappa in contropiede e supera Buric con un pallonetto.
La vince alla sua maniera. Mescolando le carte più importanti. Giocando e dando segno di superiorità. Ci teneva all’Europa.
Ha diretto la difesa senza mai superare la metà campo. Non era la serata adatta
La prima conclusione arriva alla mezz’ora, di sinistro,
da dentro l’area. Intenzione buona, grande volontà, ma tiro debole. Come tutta la sua partita. Esce nella ripresa, stremato.
Dà corpo al centrocampo, senza fare il fenomeno. Nella ripresa alza la linea del suo gioco, cerca l’inserimento per vie centrali. Da un suo intervento stilisticamente interessante ma fuori luogo, parte il contropiede che Lovrencsics si mangia, mandando fuori di poco. Mancavano dieci minuti, poteva essere decisivo.
Recuperato. Sicuro.
Prudente, attento su Hamalinen, spazza via palloni dall’area, perde sicurezza quando deve uscire dal pressing avversario.
Parte dal primo minuto. Lascia la posizione di esterno nel centrocampo a cinque per fare l'attaccante aggiunto.
Attento nel primo tempo in un paio di conclusioni repentine.
Il ritorno in Polonia è leggero. I tifosi non lo fischia no, lui gioca una partita di sacrificio, umile. Esce per Alonso. Il pubblico lo saluta con applausi che coprono i pochi fischi della curva.
Nel finale, utile a tenere la linea a quattro dei polacchi nell’assalto finale, che non c’è stato.
Rilanciato per la seconda gara consecutiva, animato dal gol segnato al Frosinone, non fa il fenomeno. Ristagna a metà campo in modo ordinato, ma non è ancora lui. Per dodici milioni, ne prendi quattro come lui (in questo momento) in un colpo solo. Esce per Badelj, quando Sousa ha bisogno di più palleggiatori.