Grandi prestazioni anche per Albiol e Allan. Hamsik si vede poco, per Tonelli gara da dimenticare (voti di Antonio Giordano)
Il controllo di Bonaventura diviene laborioso nel tempo, quando il milanista cresce e l’albanese si appiattisce, sino ad intimidirsi.
Pesano (quasi) più lo strafalcione sul potenziale 3-0 ed il giallo che i due assist: ad un certo punto, quasi per paura inconscia, smette di pressare. Non la chiude, su lancio di Hamsik, ma è stremato.
Una delle pallide serate di gennaio, il mese difficile, quello nel quale sembra vada in letargo, dal quale esce solo per un assist che Mertens scarabocchia.
Tutto ciò ch’è noto: feroce nell’asfissiare l’avversario, chiunque sia, complicato nell’inventarsi il filtrante giusto (e ne ha di possibilità). La ripresa è ripulita e contiene finezze.
Il gol appartiene alle sue corde, sovrapposizione lanciata, con tocco delizioso. Sfiora il raddoppio, poi resta un po’ inchiodato a rispettare le diagonali ma c’è.
Una spaccata salvifica, un palleggio elegante, sino a quando non comincia ad entrare in affanno. Poi rifiata, cresce, diventa il signore dell’area di rigore, domina ma dall’alto della cattedra.
San Siro gli piace e il Milan anche di più: segna ancora, e che gol, ma poi si perde nella fase di contenimento. Quasi gol da centrocampo, ma già avere la tentazione è un segno tangibile del talento. Classe e sacrificio.