Interpreta sfilando via dal copione, molto in mezzo al campo, tante coperture e il clamoroso raddoppio buttato sui cartelloni pubblicitari. Si fa perdonare, eccome, con il quindicesimo gol, con il sedicesimo, sotto gli occhi di Ventura. E’ ovunque, persino sulla linea a salvare su Patric. Un fenomeno.
Deve «soffrire» (appena un po’, in avvio) su Milinkovic Savic, ma ha una marcia in più, magari due, ed attacca lo spazio e contiene quel gioiellino e scherma e riparte. Poi decide persino d’inventarsi anche l’assist dello 0-2 e stravince.
Al primo errore, pensi sia casuale; il secondo, sempre in alleggerimento, sa di indizio sulla serataccia. E’ il primo che sa di non essere se stesso e per poco non molla una pedata a Immobile che sarebbe fatale.
Se non segna non fa rumore, ma lui nello 0-1 c’è per intero. Poi sparisce e ricompare, ma non è una delle sue indimenticabili nottate.
Fa l’elastico a sinistra, buono l’impatto, non concede campo a Hysaj, prova a creare la sorpresa offensiva.
Entra e può segnare subito, ma sbaglia. Il suo ingresso regala almeno una scossa alla Lazio. Dribbla e crea occasioni.
Ha il compito di controllare Hamsik, ma lo perde tra le linee nell’azione che porta al gol di Callejon. Resta ai margini. Sotto gli occhi del ct Ventura non brilla.
Mertens è difficile da controllare, ma il brasiliano è molle quando gli lascia la palla che poi il Napoli chiude con il gol di Callejon. Perde il belga anche nell’azione del raddoppio