Due anni in ascesa, ma da qualche settimana sono affiorate le incertezze. Viene dall’errore di Salisburgo, il destro di Haidara da 30 metri gli ha piegato le mani prima di infilarsi in rete e portare gli austriaci sul 2-1. Sembra in fase involutiva.
Stesso discorso fatto per Strakosha, ma il brasiliano ha personalità e riesce a passare sopra gli errori, lo ha già dimostrato. Alla Red Bull Arena ha vissuto un finale da incubo. Si prepara al debutto da titolare nel derby. E’ il futuro della Lazio, l’erede designato di De Vrij.
Le sue gambe a Salisburgo non avevano la solita reattività. Colpa della fatica, l’olandese stasera gioca la decima partita consecutiva (dai supplementari con il Milan) da fine febbraio. Mai sostituito. All’ultimo derby, vuole lasciare il segno.
Peccato per l’autogol a Salisburgo sul destro del coreano Hwan, ma Stefan era e resta una colonna della Lazio. Conosce bene il derby, sa come interpretarlo. Anche con i dolori al ginocchio, ha tirato fuori buone prestazioni nelle ultime settimane
Le discese ardite e le risalite. A Udine almeno una prestazione di livello dopo un periodo oscuro e condizionato dai problemi al nervo sciatico. Inzaghi lo ha risparmiato a Salisburgo per averlo al top nel derby e provare a contrastare Kolarov
Sembra un diesel, non si ferma mai, Inzaghi difficilmente lo risparmia e lo ha utilizzato a Salisburgo dopo averne fatto a meno con l’Udinese. Garantisce la prestazione. Sarà fondamentale per dare equilibrio.
Era l’anima dei Reds, ora sostiene e corre per la Lazio. Mentalità vincente, personalità, anche a Salisburgo per un’ora si era segnalato tra i migliori. La continuità di rendimento del brasiliano è stata sinora impressionante.
E’ diventato secondo portiere a fine gennaio, scalando una posizione. Si allena ed è tornato ai livelli precedenti al prestito di Trapani sotto la guida di Grigioni. Futuro da decifrare, la società ci crede, ma serve la controprova del campo.
Inzaghi lo ha abbracciato a Udine, l’angolano ha risposto con una buona prestazione, la prima dopo diverse sciagure, seppur in leggero ritardo sul gol di Lasagna. Ha ancora qualche chances di entrare in formazione, insidia Luiz Felipe.
L’ultima volta ha giocato con il Bologna, prima della sosta, ed è stato sostituito all’intervallo. Neppure convocato a Salisburgo. Ha vissuto una stagione tremenda, lontanissima dal rendimento dell’anno scorso. Il modulo lo penalizza.
Inzaghi sperava (e spera ancora) potesse dare un altro tipo di apporto. Si è stirato il 28 febbraio nella semifinale con il Milan e non ha più giocato. Ora sta bene e da una decina di giorni ha ripreso a lavorare con la squadra. Attende la chance.
A Salisburgo pare non abbia preso benissimo la sostituzione. Secondo Inzaghi aveva chiesto di uscire nell’intervallo. Ieri si è allenato, non risultano problemi fisici, sarà convocato e andrà regolarmente in panchina.
Le sue soste ai box sono interminabili perché tende a prendere peso e dopo la guarigione è complicato riacquistare la forma. E’ l’uomo dell’ultima mezz’ora di Inzaghi che lo aveva messo a Salisburgo con l’idea di scaldarlo per il derby.
A Udine era entrato bene, a Salisburgo il suo dinamismo avrebbe aiutato la Lazio. Va messo alla prova per decifrarne il futuro, bisognava aiutarlo a crescere, non è stato fatto come era logico credere l’estate scorsa. In un derby Primavera segnò il gol del 3-2.
Nei derby del 2017 è stato protagonista e Inzaghi si augura torni ad esserlo, gli ha dato minutaggio per riacquistare il ritmo giusto. Complice l’infortunio, ha perso condizione e con la sua stazza ha bisogno di tempo per tornare al massimo.
Generoso e infinito, il derby è la sua partita. Su Senad ci si può contare sempre, anche quando deve stringere i denti come in questa occasione, perché è guarito da uno stiramento e si è rimesso a correre senza respiro e con poca benzina.
Sette minuti a Verona, unica presenza del suo campionato. Non è mai riuscito, dal punto di vista fisico, a imporsi dimostrando di possedere un livello da Lazio. Sinora è sembrato un acquisto sbagliato, ma nel calcio non si può mai dire.
Non fosse stato per quel tiro fiacco e centrale davanti al portiere tedesco Walke, sarebbe stato nominato come l’eroe di Salisburgo per i lanci con il contagiri a Immobile. Difficile che Inzaghi se ne privi. Il ballottaggio con Felipe è apertissimo.
Viene da un momento felice, garantisce lampi e accelerazioni, è successo anche a Salisburgo prima che la Lazio sprofondasse. Nel finale caotico e con la difesa a quattro, Simone lo ha traslocato a destra, ma funziona meglio da seconda punta.
Segna anche dal benzinaio, dategli due o tre palloni buoni a partita e Ciro ne mette almeno uno in porta. A Salisburgo, dopo qualche partita in cui sembrava meno veloce, ha fatto rivedere i suoi scatti irresistibili verso la porta. Cerca il quarantesimo gol.
C’è stato un istante in cui sembrava si stesse accendendo, ma tre giorni dopo il gol all’Udinese s’è ritrovato in panchina. Ora il portoghese è piombato nella malinconia, ma cosa ti può dare dopo 8 mesi in panchina? Perché è stato preso?
Sorride non solo perché ha capito il suo ruolo di vice Immobile e la splendida Maria Garcia lo aspetta a casa. Forma top, con Benevento e Salisburgo era entrato benissimo. Inspiegabile tenerlo in panchina in Austria mettendo la seconda punta.
A Salisburgo ha vissuto la notte più dura e deludente da quando allena la Lazio, peggiore del derby d’andata. Sogna il riscatto e la rivincita pensando alla Champions.