Florenzi contro la sua Roma non mostra timori reverenziali, Mourinho torna a San Siro ma non trova il red carpet (a cura di Andrea Ramazzotti e Roberto Maida)
Protagonista assoluto: mura due volte Zaniolo e dice di no, in un momento chiave della ripresa, ad Abraham e Mkhitaryan. Impedendo il 2-2 ai giallorossi, lancia il Milan verso il successo.
Prima volta contro la “sua” Roma, con tanto di fischi da parte degli ex tifosi, non mostra timori reverenziali: spinge quando può, chiude su Viña e colpisce l’incrocio dei pali su punizione.
Sontuoso, domina in mezzo al campo. A un’ottima fase di riconquista abbina una grande regia, fatta di filtranti e lanci in profondità. La sua crescita continua lo “impone” in chiave Nazionale.
Accelerazioni letali contro una Roma già in fase calante: segna a due mesi e mezzo dall’ultima esultanza personale e si procura il rigore che Ibrahomivic fallisce. Pioli ha ritrovato un titolare.
Dallo sprofondo totale lo salvano i legni e guanti: il rigore parato a Ibrahimovic a tempo scaduto è un evento da ricordare.
Di testa le prende tutte. Palla a terra non è sempre impeccabile ma del terzetto difensivo è l’unico non imputabile.
Ha classe e anima. Il suo gol (il settimo in Serie A) riaccende una scintilla fra i tifosi della Roma annichiliti dall’inizio shock. Sfortunato più che colpevole quando azzanna il pallone che costa un rigore a orologeria.
Di petto manda in rete Leao con una giocata da grande attaccante. Peccato che sbagli il sesto rigore su undici da quando è tornato al Milan, il quinto degli ultimi sette.
È incomprensibile, inconcepibile il distratto retropassaggio che regala il 2-0 al Milan. Il resto è un volume di aggressività e imprecisioni.
Litiga troppo. Attacca poco. E salta in aria quando Theo lo punta. Si fa espellere con la Roma ancora dentro alla partita, sbagliando il posizionamento. Aspettando dal mercato il ricambio, Maitland-Nailes, Mourinho non sa come sostituirlo contro la Juventus.
Senza mezza squadra (letteralmente...), inizia bene l’anno e si conferma secondo in classifica grazie a una bella prestazione. Indovina anche le sostituzioni e merita il successo.
Torna a San Siro dopo oltre 11 anni e non trova il red carpet: i tifosi del Milan lo insultano dall’inizio alla fine. Ma è soprattutto la Roma a tradirlo, con una sequela di errori imbarazzanti. Contro un avversario rabberciato ha perso una grande occasione, oltre all’ottava partita su venti.