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Juve, le pagelle: Pogba involuto, male Hernanes

DYBALA 6 È elegante, sferzante, si sbatte, non lascia nulla, alimenta il 2-1 e quando esce è stremato. Si farà, certo che si farà, intanto fa reparto da sé ed esce sfiancato.

LaPresse
1 di 11 LEMINA 6 Il ragazzo c’è, è da educare al calcio italiano e a quello di certi livelli. Sfrutta il pallone sporco, lo ripulisce di speranza. Poi va davanti alla difesa a ricostruire gli equilibri, dimostrando anche duttilità tattica.
LaPresse
2 di 11 BUFFON 6 Forse va giù lento, forse. Però Insigne gliela mette nell'angolino. Su Higuain deve inchinarsi. E i miracoli non sono realizzabili sempre. Umano, per una sera.
 
LaPresse
3 di 11 BONUCCI 5,5 Il regista è lui: pum, quaranta metri di lancio. Ma quando lo scugnizzo lo punta, lui si perde, ondeggia, s’inabissa. La sciccheria è in una volée per anticipare Mertens a campo aperto. 
LaPresse
4 di 11 CHIELLINI 5,5 Va allo scontro (leale) con Higuain, ne subisce le movenze, le finte. Soffre il pressing in uscita e rischia. 
Getty Images
5 di 11 EVRA 5,5 Si preoccupa di Callejon e se ne preoccupa talmente tanto da dimenticare la fase offensiva. Quando se ne ricorda, sbaglia i tempi. Serata amara. 
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6 di 11 PEREYRA 5,5 A ringhiare su Jorginho, provando a offrire slanci che non ha nelle corde, stavolta no. L’agonismo non basta. 
LaPresse
7 di 11 PADOIN 5 Il Napoli lo sceglie come vittima sacrificale, attancandolo sistematicamente: prima Insigne, poi Mertens (con Ghoulam a ruota). Si irrita, ma con orgoglio. 
LaPresse
8 di 11
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9 di 11 HERNANES 5 Nel posto di Pirlo, per rappresentare (ancora) l’emergenza. Stringe su Allan, tenta di giocarla, però banalmente. Si squaglia nella ripresa, quando spedisce el pipita al raddoppio. 
LaPresse
10 di 11 ZAZA 5 La prima scossa è la sua, s’infrange sulla manona parafulmini di Reina. La seconda pure: e tira addosso all’«omone». Certi treni che passano persino due volte...
AP
11 di 11 ALLEGRI 5,5 Ha i resti della Juventus, gli mancano registi, attaccanti, esterni: fa quel che può, parte con i due attaccanti e il trequartista, poi prova a cambiarla con Cuadrado, con Morata, mescolando gli schemi e cercando gli spazi, le giocate o anche restando nel rombo. Le «rivoluzioni» hanno bisogno di tempo e con i giovani bisogna aver pazienza. Però pure nella «crisetta» c’è un’anima: ma gli serve Khedira, gli serve Marchisio, almeno loro. Perché la montagna da scalare diventa sempre più alta, e 5 punti in 6 partite non sono certo il miglior inizio per una arrampicata 

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