Barzagli leader. Bonucci attento. Pogba ci prova. Morata delude. Tutti i voti dei bianconeri in campo contro il Borussia Monchengladbach
Come a San Siro contro l’Inter in fase difensiva si allarga e va a fare il terzino destro. Stavolta non c’è da marcare Perisic, ma il meno pericoloso Johnson. Se la cava egregiamente confermando che l’evoluzione tattica scelta da Allegri per lui è stata felice.
Il lieve infortunio di San Siro è alle spalle. Serata da spettatore o quasi.
Attento come al solito in chiusura, dimostra personalità e sicurezza quando prova il dribbling in zone del campo in cui solitamente gli allenatori non gradiscono certe... finezze.
Di lavoro in fase difensiva ne deve sbrigare poco e comunque se la cava egregiamente. Va a cercare fortuna in area avversaria su calcio piazzato e si guadagna nella ripresa un calcio di punizione dal limite
Regia pulita e ordinata. Forse troppo. Perché i tedeschi si difendono in maniera compatta e lui non fa mai salire il ritmo. Sbaglia poco e si fa sentire quando c’è da contrastare, ma è in partite come queste che, nel ruolo di regista, si vede la differenza tra lui e Pirlo.
In fase di non possesso va largo, su quella fascia sinistra che proprio non gli piace, ma quando la Juve ha il pallone, eccolo accentrarsi come ama. Più convinto e convincente rispetto al primo tempo a San Siro, cerca subito la via del gol. Inquadra la porta solo nella ripresa. Almeno ci prova anche se non è ancora il vero Pogba.
Qualcosa fa, ma è impossibile pretendere che da solo infiammi una squadra nel primo tempo troppo lenta. Sacrificato per passare al 4-3-1-2, non era il peggiore.
5,5 Allegri con lui vorrebbe cambiare il match, ma l’ex Udinese non lo ripaga. Tra le linee non trova mai i giusti punti di riferimento. Mezzora anonima.
Quarta gara consecutiva da titolare per l’“equilibratore” del centrocampo bianconero. Stavolta niente squilli, forse perché avverte la stanchezza della sfida del Meazza.
Entra e non sfrutta l’occasione. Qualche appoggio non brillante, un paio di palloni persi: non incide come Allegri sperava.
Meriterebbe un calcio di rigore e quando nella metà campo avversaria c’è un pallone alto lui va sempre a saltare, ma il Mandzukic versione Bayern e Atletico era un’altra cosa. Gioca troppo lontano dalla porta.
Alla ricerca del sesto gol consecutivo in Champions e del record di Del Piero, in un paio di occasioni preferisce la conclusione personale al passaggio. Dominguez lo abbatte mentre è lanciato a rete, Christensen gli mura un buona occasione, poi fa posto a Dybala senza lasciare grossi rimpianti.
Di nuovo titolare dopo un mese (Juve-Frosinone 1-1 del 23 settembre) e alla prima da titolare in Champions con i bianconeri, non brilla e si becca anche qualche fischio. Arriva al limite dell’area avversaria, ma l’ultima scelta non è mai quella giusta. Pesa la valutazione da 28 milioni?