Ecco i voti per i bianconeri di Allegri dopo il pareggio contro il Borussia Monchengladbach
Un passo dietro le punte, dovrebbe ispirarle e sovrapporsi: si ritrova invece intrappolato da Dahoud o risucchiato in mediana a rattoppare. Chiude ingloriosamente la sua partita al 53', espulso giustamente per un intervento a piedi uniti su Dominguez.
Ha le chiavi del gioco, ma non sa utilizzarle: l’incipit è difficile, la posizione ballerina, un paio di ripartenze del Borussia sono un suo gentile omaggio. Si riprende un poco nel finale.
Minaccia per primo Sommer, però la mira è alta, lo costringe quindi a una parata delicata centrando l’angolino basso al 40'. Nel mezzo soffre maledettamente la velocità di Traoré, che l’inchioda a bordo area e spessissimo l’aggira.
Sulle sue tracce corre Christensen che lo spegne senza spreco d’energie. Gli sfugge per la prima volta in avvio di ripresa, ma il tiro finisce deviato in angolo. Unico guizzo.
Saltato il derby per squalifica, riprende il suo posto nel cuore dell’area. Non è un buon momento, e il nervosismo stavolta non c’entra: propizia il gol di Johnson con un liscio degno di Raul Casadei.
Cerca di farsi largo, ma sottoporta
non lascia tracce. Apprezzabile
solo la volontà.
Con la Juve ridotta in dieci, deve badare a far muro e l’occasione per avventurarsi in velocità non capita.
Applicazione e generosità: nel primo tempo l’argine di pertinenza regge un minimo. Utilissimo quando la Juve si ritorva in inferiorità numerica.
Mai un affanno, nonostante la pressione tedesca. Preso com’è dall’evitare guai in difesa, limita il rilancio, così non compensa la serata opaca di Marchisio.
Il senno di poi dice che la mossa Lichtsteiner è perfetta, assai meno quella di Hernanes. Comunque, la sua Juve è vicinissima allo scopo.
Trotterella pure lui per quasi metà partita, cercando però di rovesciare il fronte con aperture interessanti. Poi cresce, prende per mano la Juve e chissà dove la porterebbe senza l’espulsione di Hernanes. Bellissimo l’assist per Lichtsteiner, scaltra la conclusione da 25 metri che lascia di sale Sommer ma sibila a un centimetro dal palo.
Non traspare la mancanza d’allenamento: balla meno d’altri quando comanda il Borussia, è equilibrato nelle proiezioni, risolleva la squadra centrando l’uno a uno.
Immobile quando Dahoud becca la traversa, incolpevole sul rasoterra vincente di Johnson, imperfetto quando Xhaka tenta di sorprenderlo da trenta metri. I capolavori li riserva a Stindl - incornata da due passi, s’oppone con il piede - e ad Hazard - tiro da fuori deviato sulla traversa. Se la Juve è vicina agli ottavi, tanto merito è dei suoi riflessi da ragazzino.