Rabiot, per sostanza e qualità è sempre dentro alla partita. Vlahovic, gol di tecnica e potenza (di Roberto Maida)
La sua Juve è dominante per un’ora: aggressiva, compatta, concentrata. Si distrae un secondo e concede gol, il primo del suo campionato. Chiude in debito d’ossigeno, virando sul 4-4-2. I cambi non lo premiano. Ma la squadra paga anche il grande sforzo profuso prima.
Due parate facili e un pallone in rete. Rientro anomalo in squadra. Ma non poteva francamente fare di più.
Prezioso nelle chiusure, lascia ben poco spazio ad Abraham che paradossalmente segna nell’unica occasione in cui le marcature diventano casuali per via del calcio piazzato. Da centrale è una risorsa di cui tenere sempre conto, nell'emergenza.
Sorpreso da un sabato fin troppo riposante, avrebbe potuto far di meglio in occasione del gol della Roma: gli è mancata la reattività per intervenire.
In appoggio è discreto, soprattutto nel primo tempo. Ma si dimentica di marcare Dybala sul calcio d’angolo del pareggio. E da quel momento sparisce.
Non è un regista, ma si accomoda con personalità sulla poltrona. Inventa anche il destro a giro del raddoppio, che viene cancellato dal Var. Il gesto tecnico rimane anche se non vale.
Piace, dopo le polemiche per il mancato trasferimento al Man United. Esce con la Juve in vantaggio e apparentemente padrona della situazione. Forse non è un caso. Per sostanza e qualità è sempre dentro alla partita. Questo stop per infortunio non ci voleva.
Quanto è bravo. Ed è pure sfrontato. Un po’ mezz’ala un po’ rifinitore, disturba parecchio la Roma. La morale è la solita: se i giovani sono forti, devono giocare. Cala un po’ nel finale ma è comprensibile: non è abituato a certi ritmi di gioco.
Arrembante, se non incontenibile nella prima partita. Quella da 60 minuti cioè. Si procura la punizione del gol, piazza l’assist del 2-0 annullato, mette all’angolo Spinazzola e non solo. Chiude stanchissimo.
Si accende e si spegne. Soprattutto non indovina neppure un cross, la specialità della casa.
Ma era Dybala? Quella punizione che punge la traversa e finisce in rete, quando la partita non è ancora cominciata, è un prodigio di tecnica e potenza. Dopo litiga, lotta, spinge. È colpevole del gol annullato a Locatelli, perché è lui a toccare il pallone con la mano. Ma gli si può perdonare. Nel secondo tempo, come gran parte della squadra, accusa la fatica.