McKennie il migliore dei bianconeri, Cuadrado si perde Nuno Mendes(di Marco Evangelisti)
Assiste smarrito allo spettacolo che gli si snoda davanti. Ed entra bello deciso su Neymar, quando si avvicina troppo. Non sembra colpevole di nulla di particolare, e alla fine ha occasioni di mettersi in mostra.
Oggettivamente, una cosa è tenere a bada gli attaccanti che girano per l’Italia e un’altra trovarsi alle prese con quelli di ieri sera. Scavalcato di netto sul primo gol.
Dubitiamo si sia divertito quanto un bambino, come aveva programmato alla vigilia. In difesa è esposto alle intemperie anche più del resto della retroguardia.
Meglio quando spinge. Riesce persino a ritagliarsi questi momenti di libertà. Il Psg preferisce accanirsi sull’altro lato, per sua sfortuna però non sul secondo gol.
Quando la difesa diventa a cinque non riesce a farsi sentire e si perde Nuno Mendes. In avanti almeno mette in crisi il fianco sinistro del Psg più di una volta.
Un quarto d’ora a limitare i danni.
Sta attraversando uno dei suoi rari ed evanescenti periodi di forma. Gli vengono ottime idee offensive ed è capace anche di trasformarle in passaggi vincenti. Però il vizio di smarrirsi con la testa tra le nuvole non lo perde. Per esempio, sul primo gol dovrebbe chiudere su Marquinhos e invece chissà dov’è.
È bello a vedersi, ha piedi e personalità, non conosce il significato della parola paura. Ma è acerbo, e vorremmo vedere. Verratti lo salta troppo spesso e in maniera letale. Parte bene, va calando.
Entra, mette in moto l’intera manovra, segna. Che cosa volete di più?
Non gli manca la razionalità calcistica. Del resto lo hanno preso per quella. Ciò che gli manca, talvolta, sono compagni che gli suggeriscano passaggi meno banali. Non si fa travolgere, in ogni caso.
Un paio di buoni recuperi e poca luce diffusa sulla trequarti.
Non granché presente sulla palla, anche se la rincorre ovunque con parecchia determinazione. Nel secondo tempo entra trasformato e brucia la fascia.
Mezzo mangiato quel gol di testa, pure se Donnarumma si alza in volo. Riesce comunque a portarsi via due difensori alla volta.
A suo merito, il colpo di tacco che quasi fa sbarellare la difesa del Psg (Sergio Ramos patrono di Parigi). È circondato e non gli viene facile divincolarsi come in altre occasioni. Ma quando ci riesce, Donnarumma deve moltiplicarsi.