Il voto è la media tra quello che è riuscito a fare in campo e quanto ha inciso al di fuori. I guai fisici, inevitabili per un “ragazzo” di 40 anni, hanno pesantemente condizionato la stagione dello svedese, soprattutto nella seconda parte dell’annata. Ma dietro la crescita portentosa del Milan, come squadra, come consapevolezza della propria forza, come applicazione, concentrazione e capacità di trovare le risorse per emergere dalle situazioni più negative, c’è proprio l’esempio di Ibra. A lungo considerato un individualista, nella sua seconda avventura rossonera, il totem di Malmoe si è trasformato in un modello, un punto di riferimento, per un gruppo costituito in gran parte da giovani: giovani che avevano appunto bisogno di una guida per trasformarsi in campioni. E Ibra ce l’ha fatta, aggiungendo un altro trofeo ad una straordinaria carriera. L’ultima coppa sollevata era stata l’Europa League 2016/17 con il Manchester United. Peraltro, conquistata da semplice spettatore, visto che la finale l’aveva vissuta sulle stampelle con un ginocchio rotto. Da lì, però, ha comunque saputo rinascere, come una sorta di Fenice: si è nuovamente alzato in volo, si è preso il Diavolo e l’ha riportato in vetta.
Il voto è la media tra quello che è riuscito a fare in campo e quanto ha inciso al di fuori. I guai fisici, inevitabili per un “ragazzo” di 40 anni, hanno pesantemente condizionato la stagione dello svedese, soprattutto nella seconda parte dell’annata. Ma dietro la crescita portentosa del Milan, come squadra, come consapevolezza della propria forza, come applicazione, concentrazione e capacità di trovare le risorse per emergere dalle situazioni più negative, c’è proprio l’esempio di Ibra. A lungo considerato un individualista, nella sua seconda avventura rossonera, il totem di Malmoe si è trasformato in un modello, un punto di riferimento, per un gruppo costituito in gran parte da giovani: giovani che avevano appunto bisogno di una guida per trasformarsi in campioni. E Ibra ce l’ha fatta, aggiungendo un altro trofeo ad una straordinaria carriera. L’ultima coppa sollevata era stata l’Europa League 2016/17 con il Manchester United. Peraltro, conquistata da semplice spettatore, visto che la finale l’aveva vissuta sulle stampelle con un ginocchio rotto. Da lì, però, ha comunque saputo rinascere, come una sorta di Fenice: si è nuovamente alzato in volo, si è preso il Diavolo e l’ha riportato in vetta.