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Milan, il pagellone dei Campioni: tutti i voti della stagione

I protagonisti dello scudetto numero 19: Leao super, Tonali guida, totem Ibra. A sinistra Theo Hernandez è il padrone. Undici perle di Giroud Bennacer, prezioso come Calabria e Florenzi

LAPRESSE
1 di 25 IBRAHIMOVIC 7.5

Il voto è la media tra quello che è riuscito a fare in campo e quanto ha inciso al di fuori. I guai fisici, inevitabili per un “ragazzo” di 40 anni, hanno pesantemente condizionato la stagione dello svedese, soprattutto nella seconda parte dell’annata. Ma dietro la crescita portentosa del Milan, come squadra, come consapevolezza della propria forza, come applicazione, concentrazione e capacità di trovare le risorse per emergere dalle situazioni più negative, c’è proprio l’esempio di Ibra. A lungo considerato un individualista, nella sua seconda avventura rossonera, il totem di Malmoe si è trasformato in un modello, un punto di riferimento, per un gruppo costituito in gran parte da giovani: giovani che avevano appunto bisogno di una guida per trasformarsi in campioni. E Ibra ce l’ha fatta, aggiungendo un altro trofeo ad una straordinaria carriera. L’ultima coppa sollevata era stata l’Europa League 2016/17 con il Manchester United. Peraltro, conquistata da semplice spettatore, visto che la finale l’aveva vissuta sulle stampelle con un ginocchio rotto. Da lì, però, ha comunque saputo rinascere, come una sorta di Fenice: si è nuovamente alzato in volo, si è preso il Diavolo e l’ha riportato in vetta.
LAPRESSE
2 di 25 TONALI 9

Un anno fa, di questi tempi, qualcuno poteva pensare che Tonali sarebbe diventato uno dei leader dei Milan campione d’Italia? No di certo, dopo una prima annata in rossonero densa di difficoltà. E allora essere riuscito a ribaltare la situazione è un merito in più che va riconosciuto a Tonali. Come ha più volte ricordato Pioli, sin dal primo allenamento della stagione, ha capito di aver davanti un giocatore diverso. Tifoso rossonero sin da bambino, l’ex-Brescia aveva coronato un sogno arrivando ad indossare quella maglia. Solo che forse è rimasto incagliato in quel sogno. Il risveglio, però, è stato il migliore possibile. Tornato alla realtà, infatti, Tonali è sbocciato, prendendosi le chiavi del Milan. Ha guidato lui in mezzo al campo, con autorità e personalità. E quando Pioli gli ha chiesto di aggiungere qualcosa al suo gioco, ovvero gli inserimenti in area, ha risposto presente, come testimoniano i gol che hanno indirizzato dalla parte rossonera la volata scudetto. Ora, però, Tonali ha davanti un altro obiettivo: non solo confermarsi su certi livelli, ma crescere ancora di più. Il futuro è suo: un futuro nel quale potrà scrivere pagine di storia del Milan. Magari un giorno anche con la fascia di capitano.
LAPRESSE
3 di 25 LEAO 9

E’ lui Mister scudetto. È lui il volto da copertina del Milan campione d’Italia. Leão è stato il giocatore più determinante della squadra: ha spostato gli equilibri come nessun altro in questo campionato. In certi momenti è apparso letteralmente devastante, imprendibile per qualsiasi avversario. A 23 anni ancora da compiere ha vissuto la stagione della consapevolezza. Fino ad un anno fa, probabilmente, nemmeno lui si rendeva conto della quantità di talento che aveva a disposizione. Il talento non è tutto, però, se non si riesce ad incanalarlo nella direzione giusta e al momento giusto. Leão ci ha messo un po’ a capirlo, ma la sensazione è che nella sua testa l’interruttore si sia girato definitivamente. Ora deve comprendere che il percorso non è finito, che i margini di crescita sono ancora enormi. In questa annata, il portoghese ha esibito colpi straordinari, giocate da campione, che gli hanno permesso di segnare 11 reti pesanti (quante volte ha sbloccato il risultato?) o di servire comodi assist per i compagni. Ma possono diventare ancora di più nel momento in cui troverà la completa continuità, anche all’interno dei 90’ di una partita. Quando è sbarcato sul pianeta rossonero, Leão era ancora un diamante grezzo, ora è un brillante che illumina.
LAPRESSE
4 di 25 Maignan
Getty Images
5 di 25 TATARUSANU 7

Il rigore parato a Lautaro nel derby ha regalato un pareggio, poi rivelatosi decisivo per lo scontro diretto con l’Inter.
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6 di 25 Calabria
LAPRESSE
7 di 25 BALLO-TOURE' 6

Qualche apparizione all’inizio, poi è scomparso dai radar.  
ANSA
8 di 25 ROMAGNOLI 6,5
Accettato il ruolo da terzo centrale, aveva inizio la stagione al meglio. Poi ha pagato l’esplosione di Kalulu.
ANSA
9 di 25 THEO HERNANDEZ 8

L’asse con Leao sulla fascia sinistra ha spesso e volentieri fatto le fortune del Milan. Ma sono state anche le sue incursioni dentro al campo a far saltare gli equilibri delle squadre avversarie, avendo a disposizione anche il tiro da fuori per fare male. Si è trattato di un’idea di Pioli, ma lui l’ha interpretata alla grande.
LAPRESSE
10 di 25 KALULU 7,5

E’ indiscutibilmente una delle creazioni di Pioli. Arrivato come terzino, il tecnico rossonero l’ha plasmato e trasformato in fior di centrale. Con lui la difesa rossonera è diventata ermetica.
ANSA
11 di 25 Tomori
ANSA
12 di 25 KJAER 7,5

La sua stagione si è fermata a dicembre, ma fino a quel momento aveva assicurato solidità e leadership.
ANSA
13 di 25 FLORENZI 7

Pur essendo di fatto il titolare in Nazionale, ha accettato di buon grado il ruolo di vice-Calabria. Quando c’è stato bisogno, ha risposto sempre presente.
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14 di 25 GABBIA  6,5

Qualche buon segnale. Chiamato in causa solo in caso di necessità, avrebbe bisogno di giocare di più.
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15 di 25 BENNACER 7,5

I soliti piccoli guai fisici che, a volte, l’hanno fermato proprio quando il suo motore stava alzando i giri e quindi il livello delle sue prestazioni. Con Tonali, però, ha trovato un partner ideale: è meno fisico, ma ha più qualità nella gestione del pallone. Si integrano alla perfezione. Continueranno ad essere il fulcro del gioco del Milan.  
LAPRESSE
16 di 25 Brahim Diaz
Getty Images
17 di 25 KRUNIC 7

E’ uno dei classici elementi che risultano sempre utili all’interno di una squadra. La sua duttilità è stata una risorsa preziosa per Pioli.
LAPRESSE
18 di 25 BAKAYOKO 6

Il suo ritorno in rossonero non ha funzionato granché.
LAPRESSE
19 di 25 KESSIE 6,5

Il peso del contratto in scadenza e poi di un addio divenuto certo si sono rivelati difficili da sopportare. Non ha reso come nella stagione passata. Ha segnato meno, ma il suo avanzamento sulla trequarti ha dato
più robustezza al centrocampo.
ANSA
20 di 25 GIROUD 8

Secondo campionato vinto in carriera dopo quello al Montpellier un decennio fa. Arrivato come alter ego di Ibra, è diventato presto il titolare. Ha firmato le vittorie contro Inter e Napoli nel girone di ritorno, avviando anche la rimonta con la Lazio. Tutte prodezze che si si sono rivelate macigni nella corsa scudetto.
ANSA
21 di 25 REBIC 6,5

Qualche acciacco di troppo, accompagnata da qualche “luna” di troppo. Con la testa dentro la partita, però, resta un elemento in grado di fare la differenza.
BARTOLETTI
22 di 25 MESSIAS 7

Ha dimostrato di poter reggere anche un palcoscenico come quello rossonero. Magari non proprio da titolare, ma come componente della rosa. Ha segnato reti preziose.
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23 di 25 Maldini, 20 anni, centrocampista offensivo del Milan (2 milioni)
ANSA
24 di 25 Alexis Saelemaekers
LAPRESSE
25 di 25 PIOLI 9

E’ stato l’architetto del Diavolo. Quello che è riuscito a costruire nell’arco di due anni e mezzo è da considerare un vero capolavoro. Ed è pure il coronamento di una carriera, visto che è il primo titolo da allenatore. Curioso che, da antico tifoso interista, ci sia riuscito alla guida del Milan e mettendosi dietro proprio l’Inter. Non ha perso un colpo nemmeno quanto l’infermeria si riempiva. La differenza l’ha fatta dando un’identità che la squadra non ha mai perso. E vincere senza avere il gruppo più forte è un merito ulteriore per il suo lavoro.

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