Napoli, Albiol fa il suo. Hysaj non è ancora al top
Uno strafalcione in avvio, poi quasi senza sudare, standosene comodamente dove deve, e osando, andando a saltare nell’area avversaria. E quando Borriello va a giocargli addosso, lo tiene.
Lui verticalizza, cerca la profondità, si prende la metà campo e il pallone. E’ nel suo momento, insomma.
Pure stavolta è spettatore non pagante: qualche cross, un po’ troppa ressa intorno a sè, ma controllo agevole.
Sembra appesantito, o magari è la doppia linea avversaria che gli toglie la prospettiva di attaccare. Ma
resiste e poi si libera dalle catene.
Se fa quel gol, quella girata lì, al volo, su una palla che pare inutile, si prende il mondo virtuale. Stavolta non ha assistenza, lo fanno pure indispettire.
Piccoli lampi, qualche accelerazione neanche esagerata, difficoltà soprattutto atletiche che Fedele sfrutta per spingere. Stranamente si sveglia nella ripresa, però sono chilometri, non sostanza.
Sbaglia le giocate, tante, non la linea: quando si dice la luna storta, persino in talune scelte velleitarie (dalla distanza).
Comincia di qua, continua di là, in realtà non c’è, eppure vorrebbe esserci, tant’è vero che esagera, tirando dai trenta metri: diciamo che non ha preso il giro, il pallone, la serata.
Zaccardo lo attende - e a lungo lo segue - Letizia invece raddoppia; allora va dall’altra parte, e non gli piace. Ma non salta come sa, non trova appoggi.
Non c’è verso di abbattere il bunker e la palla buona è la sua (44') ma la manda fuori.
Rischiarlo è un eccesso che si paga con una cresta appassita: gioocate banali, di chi non sente l’umore, né la gamba. La crescita è alla distanza, quando incide attaccando da sinistra.
Ha Matos incollato addosso, ma sul serio, e liberarsene è un problema. Ma gioca sempre la stessa palla e mostra di non essersi ancora ritrovato.
La gestione del turn-over è pallida, indecisa: troppe partite finiscono per togliere lucidità e stavolta non è questione di tridente, di rombo, ma di gambe. La manovra sembra soffrire la pesantezza delle idee e Valdifiori non aiuta a snellire il gioco, che stavolta si appiattisce, rimane ingabbiato, non ha respiro e va a sbattere. L’indicazione positiva: la terza senza subire reti. Però è poco, per chi ha quella batteria d'attaccanti.