Ecco i voti per la squadra di Sarri dopo la bella vittoria per 4-2 contro la Sampdoria a Marassi (di Antonio Giordano)
Clamoroso a Marassi: papera di Reina (sul 2-3). Nessuno è perfetto, certe volte, e sul colpo di testa di Eder deve avere i guanti insaponati.
Si prende quel che può, ma con vigore, con presenza attiva sulla corsia di sinistra. Ha voglia di osare, persino di esagerare, e se Viviano non ci mettesse la manona...
Ha meno esuberanza del solito e Carbonero lo costringe a indietreggiare. Gli viene meno la sovrapposizione e le ciabattate su punizione non aiutano la sua autostima.
Si prende una domenica di quasi riposo, dopo una partenza da stramazzare al suolo. Ma tatticamente non può persino rinunciare ai guizzi: ha il cervello e lo usa standosene defilato
Ha Correa addosso che gli sporca le giocate, lo costringe ad un tocco di troppo e quindi a togliere rapidità alla manovra (e pure al pensiero). Si rifugia nell’appoggio elementare, perché ci sono momenti in cui è indispensabile limitarsi.
Difende e riparte, però con qualche umanissima pausa. Ma ha energia che alla distanza contribuisce a sbrigare vicende difettose sulle diagonali affrontate con un pizzico di leggerezza.
Rimedia a qualche vuoto di memoria su Cassano, gli scappa un tackle fatale, ma sa sempre come risistemare il proprio scarabocchio e mettere ordine.
Il ruolo di comparsa gli dà una noia mortale ed allora mette la ceralacca sulla partita: quindici minuti e via, felicemente, esultando per aver detto la sua.
Un gigante per scherma calcistica (anche sul rigore conquistato, con palleggio elegante). È prossimo alla perfezione, ha un suo stile,
non si scompone mai, neppure nella ipotetica burrasca.
Dagli undici metri con freddezza, poi lucidamente ad eseguire il copione, a giochicchiare, a divertire. A stare largo, ma no ad andare nel mezzo, a sfuggire, per non dar punti di riferimento né a Cassani e né alla Samp.
Crea e distrugge, scivola tra uomini che sembrano statuine del museo delle cere. In lui, complessivamente, c’è un avvoltoio e (stavolta) anche un generoso gentiluomo: ne divora due, ma la media di uno a partita è salva.
È una giornata «contraddittoria », piena della sua cresta in qualsiasi angolo di Marassi: il gol è da album, squisitamente bellissimo, e serve per cancellare l’errorino che (apparentemente) riapre il match.
Siamo oltre la soglia umana: è un «mostro» di dinamismo che spacca il centrocampo e travolge. Fa il mediano, ma con una densità della corsa e pure del palleggio, che diviene elemento trascinante d'una gara magnifica.