La Redazione domenica 14 febbraio 2016, 11:57
I voti della squadra di Sarri, di Antonio Giordano: Hysaj attento, Reina senza colpe Mertens perde il pallone fatale Hamsik e Jorginho non brillano
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ALBIOL 6,5. Il governatore, con distacco, delle situazioni mai scabrose: va al contenimento, stringendo le linee, uscendo con eleganza. Non pare andare mai in sofferenza, anche perché la Juventus non riesce a trovare vie centrali (se non nella ripresa, con Pogba-Dybala). Su Zaza prova disperatamente e la devia.
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I PIU' PRESENTI (PORTIERI ESCLUSI)
Hysaj (Napoli) 3285'
Hamsik (Napoli) 3245'
Acerbi (Sassuolo) 3240'
Albiol (Napoli) 3240'
Mario Rui (Empoli) 2913'
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KOULIBALY 6. Occupa la scena e non solo per il fisico maestoso: dimostra d’avere le idee chiare pure nel palleggio e l’irruenza iniziale sembra un messaggio. Gli capita Zaza, poi, e dopo esserne stato imbarazzato lo perde nell’occasione in cui non dovrebbe ed è l’incidente di percorso.
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GHOULAM 6. S’accorge presto che Cuadrado viene «inseguito» con i cambi secchi, gli si incolla, lo fronteggia e però diviene complicato riuscire a fare
la fase offensiva, quella che gradisce di più. Il secondo tempo è con qualche accelerazione in più, ma c’è sempre un muro lungo il quale non si può scivolare.
MOSCA
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ALLAN 6. Gli scappano due controlli semplici-semplici nella fase d’avvio, sente i tacchetti di Pogba e li fa avvertire al francese. E’ il più vivo dei tre di mezzo, quello che mette intensità, che va dentro e graffia sulle pareti della Juventus.
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CALLEJON 6. Asseconda gli equilibri, giocandola con la testa, con il cervello, ancor prima che di gamba. Poi, quando la Juventus smarrisce i tempi delle coperture ed Evra non ha il raddoppio, va dentro per Higuain. E’ prosciugato nelle iniziative da un’avversaria che non lo fa partire mai alle spalle della linea.
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JORGINHO 5,5. Troppo elementare (però comunque presente) per tentare di inaridire Marchisio o di non subirlo. Gioca orizzontale e quando va oltre le linee, esagera. Un filino dietro la propria consistenza ed alla distanza sparisce.
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HIGUAIN 5,5. Un po’ distante, in una serata in cui è complesso arrivare a lui (e infatti reclama: «una, datemene una»). La «gabbia» è altrove, nelle sorgenti del gioco, però ci vuole un Bonucci statuario per strappargli il pallone dalla testa, a cinque metri da Buffon. Torna su livelli di irritabilità, come non gli capitava da un bel po’.
MOSCA
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MERTENS (32' st) 5,5. Il quarto d’ora con la macchia della palla persa dalla quale tutto nasce.
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INSIGNE 5. Non gliene va bene una, sente il «piedino», forse sarà la tensione o magari è anche la guardia svizzera che non gli permette d’intrufolarsi come saprebbe. Il lampo ad inizio ripresa è isolato e pure entrare dentro al campo diviene un’impresa.
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