Ecco i migliori e i peggiori della squadra di Sarri nella sfida di Marassi tra rossoblù e azzurri (pagelle di Antonio Giordano)
Il colpo di reni, al 19’, è prodigioso. Le mischie non mancano e l’esuberanza riemerge, persino prepotente. Il primo capolavoro della nottata, e sembra decisivo perché a cinque dalla fine, è su Simeone, murato allargandosi per intero, come un portiere della pallanuoto. Ma ancora su Simeone, al 48’, è monumentale
È il dominatore assoluto dell’area: di un’eleganza da Real casa, d’un tempismo, d’una serenità, persino nella tempesta dell’avvio. Ma lui è lì, governa, dirige, cattura l’occhio.
Gli va, ad un certo punto, di fare come Hysaj: parte dall’area e comincia a saltarne uno dietro l’altro. Il suo dovere è altro e, pur nelle difficoltà iniziali che gli crea Pavoletti, limita i pericoli.
Ha il match point a tu per tu con Perin, gli viene il piedino o qualcosa che gli somigli ed accomoda il pallone tra le braccia del portiere.
Non s’impone, perché nel mezzo c’è densità che avvolge. E rimane passivo, come non gli era mai successo.
Ha un uomo incollato alle spalle, o sul petto, ovunque egli sia: l’unica concessione di Rigoni, nel finire, è utile per intuire che “sente” il calcio, che ha piede caldo. Però è raramente in sé e forse dipende (anche) dal carico di partite nelle gambe.