Un mostro, nell’accezione esaltante del termine: domina Dzeko, anzi chiunque.
Solo il giorno in cui lascerà si comprenderà (appieno) la centralità di un regista aggiunto.
Gli mancava la Roma all’appello e adesso nel curriculum vitae c’è tutta l’attuale serie A.
Sembra pallido ma quando si sistema a dirigere è capace di arginare chiunque.
Per oltre un’ora, il confine tra la capacità di palleggiare e quella di comandare la partita - pure difensivamente - è labile. Qualcosa va concesso ad un’avversaria che si chiama Roma, e succede, ma lo spessore tecnico-tattico è enorme.