Pjanic eguaglia i gol di Falcao. Iturbe e Iago Falque deludono
Non chiamiamoli schemi, per carità. Ma nello schizzo di gioco della Roma, palla larga a cercare gli esterni, tutto può recitare tranne il ruolo di Gervinho. Infatti Garcia aveva scommesso (e ha perso) sul recupero dell’ivoriano.
Non chiamiamoli schemi, per carità. Ma nello schizzo di gioco della Roma, palla larga a cercare gli esterni, tutto può recitare tranne il ruolo di Gervinho. Infatti Garcia aveva scommesso (e ha perso) sul recupero dell’ivoriano.
I giocatori hanno le loro responsabilità perché sbagliano, ma di fronte all’assenza totale di qualsiasi idea da un capo all’altro del campo e ai brividi di terrore che invadono la squadra nelle fasi calde lui non può fischiettare e girarsi dall’altra parte.
Il Torino gioca essenzialmente di rimessa e il greco ci si trova bene. Il recupero in velocità è il suo forte, l’imprecisione degli avversari fa il resto. Sul rigore è più vittima che colpevole, anche se il risultato non cambia e il voto neppure.
Dovrebbe incollare i reparti, però si accorge ben presto che anche solo raccogliere i pezzi dispersi per il campo è un lavoro infame. Per cambiare la storia della partita occorrerebbe un altro tipo di personalità.
Di una squadra che non sa più esattamente dove andare, il suo allontanamento dall’area è il simbolo. Trasformarsi in Totti non è facile, può essere persino irragionevole. E grida vendetta il gol del ko divorato.
Mancandogli il vigore fisico, che di solito è il suo carisma, va a raccogliere palloni d’anticipo e di esperienza. Nonostante tutto il miglior cross di tutto il primo tempo è suo. In seguito Garcia lo avanza per aumentare il peso dell’attacco e lo sfrutta fino alla sfinimento, che arriva troppo presto.
Legato sulla rotaia di Peres e Acquah. Destino ingrato. In difesa si applica, in attacco si esprime meglio ma ci vorrebbe qualcuno a cui appoggiarsi e non c’è.
Fa poco e non ha neppure il tempo di fare di più. Recuperato troppo in fretta e in un giorno troppo freddo. Brutto colpo.
Nuota tra i fischi dopo essersi beccato con Acquah. Reagire ringhiando non è nel suo carattere. Infatti perde palloni avvelenati. Eppure manda in porta Dzeko due volte.
Giusto il tempo di riprendersi il posto prima di essere bombardato da Belotti. Classificato per questo. Da lì in avanti il Toro gli fa il solletico fino al rigore di Maxi Lopez.
Nel gelo della manovra perlomeno circola per il campo cercando legna da ardere. Quando i compagni non sanno che cosa fare, e capita spesso, gli passano la palla, pensaci tu vecchio mio.