Contro la formazione allenata da Di Francesco Szczesny si dimostra attento e puntuale. Bene anche Zukanovic, Maicon c'è.
Spalletti gli concede la prima nel ruolo che gli è più congeniale: da trequartista. Molta voglia di fare e di mettersi in mostra. Chiede in continuazione il pallone ai compagni. C’è tanto di suo nel gol di Salah, giunto dopo quindici passaggi di fila. Bravo anche quando retrocede in copertura. Nella ripresa il suo tiro finisce fuori di poco. E nel finale inventa letteralmente il secondo gol. Debutto straordinario.
Sale in cattedra, da vero regista. Offre tanti palloni invitanti ai compagni. Sbaglia solo 3 passaggi su 51. Esce nella ripresa per una forte contusione.
Si sveglia dal lungo letargo. L’ultimo gol in campionato lo aveva segnato contro la Fiorentina, a fine ottobre. Sale a quota sette reti in stagione.
Finisce la partita con una difesa con i cerotti, con Gyomber ed Emerson esterni nel fortino che tenta di respingere l’assalto del Sassuolo. Ha ottenuto il massimo, considerata l’emergenza. E comunque si sono visti anche sprazzi della Roma che ha in mente.
Gioca largo, da seconda punta. Non riesce a coordinarsi su un passaggio di Salah. Ha qualche pausa, ma nel finale Consigli gli nega il gol. Lo trova all’ultimo respiro, con precisione chirurgica. Due gol in due partite in giallorosso. E’ partito bene.
Da quando è arrivato Spalletti lo sta facendo esercitare molto sui rinvii, spesso difettosi. Poche parate, senza troppi patemi d’animo, nel primo tempo, una prodezza nella ripresa. Diventa protagonista nel finale.
In difesa senza sbavature, anche quando passa al centro, dopo l’infortunio di De Rossi. Nella ripresa spazza l’area di testa.
Confermato dopo l’opaca prova contro il Frosinone. Protegge la difesa, con poca autonomia ma con intelligenza tattica.
In crescita nella gestione Spalletti. Qualche incertezza nella ripresa.
Rimesso in piedi per l’emergenza. Sbaglia qualche disimpegno, ma quando viene avanti mette ancora paura agli avversari. Su una grande occasione in contropiede sbaglia in modo clamoroso il raddoppio. Nella ripresa sbanda e da quella parte il Sassuolo spinge parecchio, nel finale Spalletti è costretto a toglierlo.
Si dedica al lavoro oscuro, con meno libertà di spingersi in avanti nel ruolo nuovo rispetto alle prime uscite spallettiane. Si batte come sempre. Nel finale commette il fallo da rigore su Pellegrini che gli costa l’espulsione.
Entra quando la Roma lentamente sparisce. Troppi falli e troppi passaggi sbagliati.