Corriere dello Sport

LIVE

Ali-Frazier: la sfida del secolo

foto
Ali-Frazier: la sfida del secolo
L’8 marzo 1971 tutto il mondo dello sport si fermò: una battaglia epica che segnò per sempre un’epoca

L'8 marzo 1971 non fu una notte qualunque. Fu la notte in cui la storia della boxe cambiò per sempre, in cui la farfalla si bruciò per la prima volta le ali e il mondo trattenne il fiato. Muhammad Ali e Joe Frazier salirono sul ring del Madison Square Garden di New York per dare vita a quello che sarebbe passato alla storia come il “Fight of the Century”.

Storia

Un evento senza precedenti, un duello tra titani che superava i confini dello sport. Non era solo una sfida per la corona dei pesi massimi: era la collisione di due epoche, due personalità, due visioni del mondo. Da una parte, Muhammad Ali, il più grande, il simbolo della ribellione, l’uomo che aveva sfidato il governo americano rifiutando la guerra in Vietnam. Dall’altra, Joe Frazier, il campione in carica, silenzioso, duro, metodico, il lavoratore che non parlava troppo ma faceva male con i suoi pugni. Ali, come sempre, aveva dominato la vigilia con il trash talking. «Frazier falls in six», aveva promesso. Aveva sbeffeggiato l’avversario, lo aveva definito «troppo lento, troppo rigido, troppo brutto». Frazier, uomo di poche parole, incassava e aspettava il momento della verità. E quando il gong suonò, il Madison Square Garden diventò l’epicentro del mondo. Ali partì leggero, danzava come sempre, colpiva con combinazioni rapide e precise. Frazier avanzava a testa bassa, annullava la distanza e preparava il suo colpo migliore, il gancio sinistro che avrebbe cambiato la storia.

Epilogo

Ci volle poco per capire che la previsione di chiudere tutto in 6 round fosse errata. Dopo dieci riprese l’equilibrio era ancora perfetto. Ali aveva la velocità, il talento, l’eleganza. Ma Frazier aveva il cuore, la resistenza, la potenza. L’undicesima ripresa fu il punto di rottura: un gancio sinistro devastante si abbatté sul volto di Muhammad, che cominciò a vacillare. E poi, il quindicesimo round, quello che avrebbe consegnato il match all’eternità. Un altro sinistro, il colpo perfetto, e “The Greatest” crollò all’indietro. La testa sbatté sul tappeto con un rumore sordo. Il Madison trattenne il fiato. Ma come sempre, si rialzò, in un miracolo d’orgoglio e resistenza. L’arbitro lasciò proseguire, ma il verdetto era già scritto: vittoria ai punti per Joe Frazier. Ali lasciò il ring in ambulanza, il volto gonfio, la mandibola dolorante. Non parlava, ma pensava già alla rivincita. Perché quella notte aveva perso per la prima volta, ma la sua leggenda non si era fermata. E il tempo, come sempre, avrebbe riscritto la storia.

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi