Il 5 giugno 2010 è una data che il tennis italiano non dimenticherà mai. È il giorno in cui Francesca Schiavone, nata a Milano, cresciuta tra i campetti e le scalate impossibili, ha scritto la pagina più luminosa della nostra storia femminile. A Parigi, nella terra sacra del Roland Garros, è diventata la prima italiana a vincere un torneo dello Slam. Non una finale qualunque, non una partita da pronostico scontato: contro l’australiana Samantha Stosur, ha giocato un match di cuore, coraggio e bellezza, vincendo 6-4, 7-6. Un sogno diventato verità, baciato dal sole parigino.
Francesca Schiavone, il trionfo
Ma non si trattò solo di tennis. Fu una rivoluzione gentile, un colpo di scena scritto con il rovescio a una mano, con il sorriso che scioglieva la tensione e con la dignità di chi non ha mai chiesto nulla, ma ha conquistato tutto. A 29 anni, Francesca era già passata attraverso mille battaglie, sportiva mente parlando. Aveva raccolto sacrifici, stretto i denti, accettato sconfitte, aspettato. Quel trionfo fu la ricompensa per una carriera costruita senza scorciatoie, contro ogni facile etichetta. Sul rosso del Philippe Chatrier, quel pomeriggio, sembrava una danzatrice più che una tennista. Leggera, ma determinata. Tecnica, ma istintiva. Quando Stosur ha affossato l’ultimo dritto in rete, si è stesa sulla terra rossa, le mani sugli occhi, il cuore che le esplodeva dentro. Una delle immagini più potenti del nostro sport. Da quel momento, la ragazza dallo sguardo fiero e dal temperamento acceso è entrata nella leggenda.
Francesca Schiavone, un capolavoro
La sua vittoria ha cambiato il tennis italiano. Ha aperto una porta che sembrava chiusa. Da lì, poi, sono passate Errani, Vinci, Pennetta. Ma Francesca è stata la prima. La pioniera. L’eroina della racchetta, con la passione dipinta addosso. Parigi, per lei, ha smesso di essere solo una città. È diventata la casa del suo capolavoro. Oggi, a distanza di quindici anni, quell’urlo di gioia vibra ancora. Vive nei ricordi di chi l'ha vista vincere, negli occhi di chi sogna un giorno di imitarla. Il 5 giugno è il giorno in cui l’Italia ha smesso di aspettare. Ed è diventata grande, grazie a Francesca.