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Giorgetti: «Non ho dichiarato guerra al Coni»

ANSA
Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, intervenuto allo 'Sport Leaders Forum' organizzato presso la sede del Corriere dello Sport-Stadio: «Non c'è nessuna guerra con Malagò, ma due diversi punti di vista»

ROMA - "Non c'è nessuna guerra con Malagò, ma due diversi punti di vista. La mediazione e il compromesso fanno parte della politica, ma presuppongono un approccio costruttivo, che spero possa tornare di attualità nei prossimi giorni. Incontreremo sicuramente ancora Malagò. Bisogna cercare di migliorare, non è detto che una cosa che funziona bene debba sempre rimanere così. Il mondo evolve, dobbiamo essere al passo": lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, intervenuto allo 'Sport Leaders Forum' organizzato presso la sede del Corriere dello Sport-Stadio.

"Se è possibile una soluzione condivisa col Coni? Se Malagò accetta i principi della riforma - ha aggiunto Giorgetti - È chiaro che cerchiamo una soluzione condivisa. Pensate che lo sport italiano possa funzionare se Coni e governo sono in guerra? Noi vogliamo migliorare lo sport italiano", ha aggiunto Giorgetti, parlando di un 'concorso' internazionale per il manager del nuovo ente che dovrà erogare i fondi alle federazioni. "Non è la politica che mette le mani sullo sport - ha spiegato Giorgetti - Con la riforma che abbiamo in mente non vogliamo mettere burocrati alla 'Sport e Salute spa' ma manager. Come faremo? Ho in mente una call nazionale, se non internazionale, in cui chi aspira a queste posizioni presenta la candidatura e viene scelto in base a due criteri: la conoscenza sportiva e la managerialità aziendale". "La nuova Coni servizi deve cambiare, avere uno spirito imprenditoriale e allargare l'oggetto sociale - ha concluso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - La chiave di lettura è questa, con un perimetro di attività che viene ampliato. La preparazione olimpica resterà al Coni, quella è la sua ragione d'essere". "In Italia abbiamo la necessità di dirigenti sportivi, anche all'interno delle federazioni. È un grande buco nero - ha aggiunto Giorgetti -. Lo sport è lo specchio del Paese, l'arte di arrangiarsi ci ha permesso di andare avanti nonostante un contesto ambientale sfavorevole, senza però poter sfruttare le potenzialità". "L'industria dello sport ha delle potenzialità inespresse e su questo bisogna costruire. Ci sono tutte le condizioni per riuscire a mettere a sistema questa potenzialità: per farlo serve la formazione, serve managerialità sportiva - le parole del sottosegretario -. Abbiamo la necessita di dirigenti sportivi. Anche perché lo sport di alto livello può permettere anche di fare soldi, mentre ora si cerca solo di mitigare i danni: non deve esserci più il mecenate, ma l'imprenditore sportivo".

Con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, "non è una battaglia personale. Ma c'è una anomalia: se guardate le prime cariche del Coni, sono tutte persone che appartengono al Circolo Aniene. Sarà un caso, saranno bravi, ma magari c'è gente competente anche a Forlì...- ha detto ancora Giorgetti - questo vale per il Coni come per i ministeri. Perché non mi dite che negli ultimi 40 anni al Coni ci sono stati tutti angioletti e nella politica invece solo i cattivi: è una favoletta a cui non credo". "Io - ha poi concluso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - non ho dichiarato guerra a nessuno e non ho motivo di coltivarla. Sono pragmatico e voglio arrivare ai risultati, anzi tendenzialmente evito la ribalta mediatica. Con questo approccio, nel momento in cui si discute nel merito si trovano le soluzioni".

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