Caro direttore, ti scrivo da Pantelleria come ottuagenario lettore del Corriere. Ti scrivo per chiedere aiuto. Non per me, ma per la mia isola. Faccio come quello che ha bisogno di risolvere un problema - pubblico, non privato - ne parla con gli amici e uno gli dice «scrivi al giornale». E io scrivo a te perché il mio problema è sportivo. Da quando sono arrivato nell’Isola - un felice agosto del 1989 - le autorità locali mi hanno chiesto un aiuto per dotare Pantelleria di qualche struttura sportiva per bambini (e), giovani, ragazzi (e) e anziani (e). C’era solo un campo da calcio, all’Arenella, per la feroce Pantera che era cresciuta sulla pietra perché non c’era mai stata erba. Da allora ho consumato credo 5 sindaci, sicuramente 4 presidenti del CONI, l’ultimo dei quali è Giovanni Malagò - caro amico - al governo dello Sport Italiano (non pantesco) insieme al Ministro - caro amico - Andrea Abodi. Insieme hanno in mano una pratica - o due - che non si sblocca. E soprattutto devono sopportare da tempo le mie dolenti note. Puoi fargli sapere - tu che conti, io sono solo un favoliere - che è ora di portare lo sport in quest’isola dove i giovani vengono sollecitati a scappare. Mentre i vecchi sottolineano una palese voglia di prolungare la loro esistenza in palestre dignitose con attrezzature adeguate. Come se fossero italiani. Bacio le mani . Italo Cucci
Ivan Zazzaroni Questa mi mancava: ricevere una lettera - senza alcun preavviso, l’ho trovata ieri nella mail - dal mio maestro di giornalismo, quasi un padre, una o più telefonate al giorno e da sempre. Ha voluto sorprendermi. Del resto anche la nostra bellissima e fortunata avventura di lavoro, passione sportiva e amicizia nacque con una lettera. Mia. Nel ‘78. A un padre, “ottuagenario lettore del Corriere” che ha diretto un paio di volte e che 47 anni fa mi invitò a collaborare al Guerino, non posso che rispondere: l’appello lo segnalo al presidente uscente del Coni, Malagò (povero Coni) e al Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. I bambini, i giovani, i ragazzi di Pantelleria hanno bisogno di aprirsi allo sport anche per garantire un futuro all’isola: per non impoverirla abbandonandola a se stessa.