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Doping, Iaaf: Russia fuori per un anno, incertezza su Rio 2016

EPA

Il Consiglio della Iaaf ha votato a favore della sospensione con 22 voti a 1

ROMA - Una stangata storica per lo sport russo. E forse anche per le ambizioni politicosportive della Russia di Putin. Alla fine la Iaaf ha deciso per la "sopensione temporanea" e senza limiti di tempo dell'atletica leggera di Mosca. L'impressione è che il bando, senza precedenti per lo sport mondiale, durerà fino a Rio 2016, con ripercussioni politiche e sportive incalcolabili. Al tempo stesso, è proprio quella mancata indicazione del tempo di sospensione - che si profilava in un anno esatto - a lasciare speranza allo sport russo, che dall'Isinbayeva al ministro Mutko chiedeva di non prendere decisioni antirusse: per far rientrare la decisione del council Iaaf Mosca dovrà fare pulizia al suo interno. Il lungo pomeriggio della Iaaf e del doping di Stato russo era cominciato con una teleconferenza, secondo la Bbc condotta da Lord Sebastian Coe da un luogo segreto a Londra. Erano presenti 24 membri su 27, il rappresentante russo non aveva diritto di voto: è finita 22 a 1.

LE DICHIARAZIONI - «È vero, dal 2008 la Iaaf ha nascosto i test di 155 esami antidoping: ma solo 15 erano russi», era stato il contrattacco da Mosca di Vitaly Mutko, potente ministro dello sport prima di respingere ogni ipotesi di dimissioni: «Non ho nulla di cui vergognarmi», dice. Ma intanto l'ordine del giorno del Council, il governo mondiale dell'atletica, era esplicito: «Discussione su una squalifica provvisoria della federatletica di Russia come membro Iaaf». Il sì era previsto dai media anglosassoni, ma si parlava di un tempo definito - un anno appunto - che avrebbe estromesso l'atletica russa dalle Olimpiadi. E infatti la prima notizia della Bbc parlava di "bando di un anno": subito chiarito dal comunicato Iaaf. «Abbiamo preso la decisione più dura possibile, ma abbiamo discusso tra di noi e siamo stati d'accordo che il sistema di controllo ha fallito, non solo in Russia ma in tutto il mondo», l'amara constatazione di Coe. «È un punto vergognoso, e siamo stati chiari: non ci possiamo più perdere in chiacchiere, la nostra determinazione è cambiare direzione per riportare fiducia nel nostro sport».

La strategia del Cremlino, emersa nei giorni scorsi, è però già delineata: cadono le teste dei dirigenti sportivi accusati dalla Wada, difesa strenua dei responsabili sportivi, ammissione di alcune colpe ma secondarie, disponibilità a collaborare con la Wada e il Cio, rifondando l'antidoping interno. Putin ha ordinato un'inchiesta interna, e la domanda é: basterà alla Iaaf, la cui sospensione è "provvisoria" in attesa che la Russia metta ordine al suo interno? «Noi speriamo in una decisione ragionevole e non antirussa», aveva aggiunto Mutko, che nel lungo venerdì di attesa della riunione Iaaf cominciata alle 19 aveva inondato i media di messaggi, rassicuranti e al tempo stesso decisi. Supportato da Bubka, che saltò oltre i limiti dell'asta prima per l'Unione Sovietica e poi dal '93 per l'Ucraina: dopo aver sfidato Coe per la guida della Iaaf, ora ne è vicepresidente. E probabile che il voto contro sia il suo. Ma alla Russia non basta.

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